LATINA – E’ un nome noto alle forze dell’ordine di Formia quello di Ludovico Caiazza, 32 anni, il presunto autore dell’omicidio di Giancarlo Nocchia, il gioielliere 70enne ucciso mercoledì pomeriggio nel centralissimo quartiere Prati a Roma durante una rapina nel suo negozio di via dei Gracchi. Un curriculum con una lunga sfilza di precedenti per rapina, droga, furto ed estorsione. Nato a Napoli nell’83, tossicodipendente, vive a Roma, nella zona del Tufello, ma è stato residente per anni a Formia, dove i genitori ancora risiedono. Qualche anno fa, proprio nella città del golfo di Gaeta, è stato arrestato anche per uno stupro ed è stato coinvolto dell’inchiesta “Forcella Formiana”. Un personaggio decisamente borderline, che aveva provato a disintossicarsi nella Comunità di San Patrignano.
L’ARRESTO. Caiazza era in fuga, stava cercando di far perdere le proprie tracce dopo aver commesso l’omicidio. È stato fermato ieri pomeriggio dai carabinieri del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Roma a bordo di un treno all’altezza di Latina. Quando è stato bloccato era armato di due revolver e aveva con sé un borsone con i gioielli rubati nel negozio della vittima, del valore di 50mila euro, e alcune dosi di metadone.
Ieri pomeriggio il 32enne era salito sull’intercity partito da Formia che doveva portarlo di nuovo nella Capitale. Probabilmente cercava un posto dove rifugiarsi, al quinto giorno di latitanza. Era in compagnia di un altro uomo, che risulterebbe estraneo alla rapina ma la cui posizione è ora al vaglio. Il 32enne è stato portato nella caserma dei militari del Nucleo investigativo di Roma per le formalità di rito e sottoposto a fermo. Gli investigatori lo stavano cercando fin dalle ore successive all’omicidio. I sospetti si erano concentrati su di lui grazie ad elementi emersi durante i rilievi tecnici su celle telefoniche, impronte e tracce biologiche lasciate nel negozio dove era presente anche una telecamera di sorveglianza che lo ha ripreso in faccia nonostante fosse camuffato da parrucca e occhiali. Secondo quanto si è appreso, il 32enne era riuscito a far perdere le sue tracce lasciando la Capitale subito dopo il “colpo” e si sarebbe poi disfatto del cellulare per non essere localizzato.
L’OMICIDIO. Giancarlo Nocchia è morto durante una rapina avvenuta lo scorso 15 luglio nel suo negozio in via dei Gracchi a Roma. Ha fatto irruzione un malvivente, identificato nel 32enne Ludovica Caiazza, che aveva il volto coperto da occhiali e parrucca. Lo ha colpito con violenza alla testa e ha poi svaligiato il negozio. Una volta sul posto, i carabinieri hanno trovato le vetrine completamente svuotate e il locale messo a soqquadro. Il gioielliere è morto in seguito alla profonda ferita alla testa, che ha comportato una copiosa perdita di sangue. Sul suo corpo sono state trovate ferite provocate da un’ arma da taglio, in particolare sulle braccia e su una gamba. Probabile che ci sia stata una colluttazione, terminata poi con il gesto di afferrare un oggetto, probabilmente trovato nel negozio, utilizzando per colpire il 70enne al volto.
L’ARRESTO PER STUPRO. E’ il febbraio 2007. Una studentessa si reca presso il Commissariato di Polizia di Formia che aveva raccontato di essere stata violentata e rapinata di un telefonino, la notte tra il 2 e il 3 gennaio in un appartamento di Cassino. Grazie ad intercettazioni, si è arrivati all’identificazione dei presunti responsabili, che risiedevano a Formia: Mirko Masiello, all’epoca 22enne, militare a Roma, e i fratelli Pantaleo e Ludovico Caiazza, che avevano 22 e 23 anni. Nei loro confronti è scattata un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di violenza sessuale e rapina. Tutti e tre sono stati assolti al processo.
FORCELLA FORMIANA. Ludovico Caiazza venne arrestato nel giugno 2007 nel corso dell’Operazione “Forcella Formiana” condotta dai Carabinieri della Compagnia di Formia, che aveva smantellato una vasta rete di spaccio di sostanze stupefacenti operante su tutto il territorio del basso Lazio con l’arresto di dieci tra le trenta persone indagate. Gli acquirenti erano persone di tutte le fasce sociali, in particolare giovani e giovanissimi formiani al massimo ventenni e tra i quali ragazzi anche al di sotto della maggiore età. L’indagine era partita nel novembre 2006, quando due giovani di ritorno dalla provincia di Caserta vennero fermati e trovati in possesso di 3 grammi di eroina pronta allo spaccio: si trattava proprio di Ludovico Caiazza, all’epoca 24enne, e della sua compagna Elisabetta Forcina, formiana di 26 anni che in seguito morì per overdose mentre si trovava agli arresti domiciliari.
Giuseppe Mallozzi
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