MINTURNO – E’ una delle “cattedrali nel deserto” del Comune di Minturno. Come lo è l’ex fabbrica di laterizi Sieci di Scauri, così anche l’ex Casa del Contadino di Santa Maria Infante, che ha ospitato l’asilo nido “Tecla Fedele”. Una struttura oggi fatiscente, i cui lavori dovevano essere terminati da un pezzo e invece sono stati interrotti per problemi burocratici, mentre quelli già effettuati rischiano di essere mandati in malora a causa della mancata copertura del tetto. L’immobile torna alla ribalta della cronaca per una vicenda curiosa.
Pochi giorni fa, infatti, l’ufficio urbanistica del Comune di Minturno ha ricevuto la lettera della signora Giuseppina Mastantuono, che si dichiara “proprietaria del piccolo fabbricato sito in Minturno, frazione Santa Maria Infante, Via Maestra, censito in Catasto fabbricati al foglio n. 5, particella n. 360, realizzato prima del 1967”. Nella lettera, datata 15 luglio 2015, la presunta proprietaria comunica che “a partire dal 20 luglio 2015 intende eseguire sull’immobile interventi di ordinaria manutenzione consistenti in ripristino di parti di intonaco esterno ammalorato e tinteggiatura delle facciate esterne; riapposizione della guaina di impermealizzazione della copertura”.
“Il fabbricato – continua la signora nella lettera – ricade in Zona B1 del Piano regolatore generale del Comune di Minturno, in area soggetta a vincoli, anche nei riguardi del Ptpr”.
Una situazione kafkiana per il Comune di Minturno, da sempre proprietario dell’immobile dopo una donazione. Anzi, sulla struttura pendono anche dei cospicui finanziamenti regionali, ottenuti grazie all’interessamento dell’ex consigliere regionale Romolo Del Balzo.
Secca la risposta del responsabile del servizio Antonio D’Angelo, datata 21 luglio: “Al fine di accertare l’effettiva proprietà del bene oggetto dei lavori, anche in considerazione che la planimetria catastale allegata risulta essere non aggiornata e non sembra sovrapponibile alla pianta del fabbricato oggetto dei lavori riportato nella documentazione fotografica allegata, peraltro tale immobile risulta incluso all’interno dell’area dell’edificio di proprietà comunale”.
La signora è stata quindi diffidata dall’esecuzione delle opere fino alla definizione degli accertamenti in merito alla proprietà del bene.
L’ex Casa del Contadino ha ricevuto un finanziamento regionale nel 2008 pari a 420mila euro in totale (si tratta in realtà di due finanziamenti, il secondo concesso per la continuazione dei lavori). Nel 2009 l’allora giunta Sardelli diede il via ai lavori di ristrutturazione. La struttura è stata pensata per ospitare un museo della memoria, con particolare attenzione alla Seconda Guerra Mondiale combattuta proprio nella frazione di Santa Maria Infante tra i centri più colpiti dal conflitto bellico. Sarebbero stati ospitati anche spazi per associazioni e per i giovani oltre che ad usi e costumi locali.
Come ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Fabio Saltarelli nel consiglio comunale del 13 marzo 2014 su interrogazione del capogruppo del Partito democratico Mimma Nuzzo, i lavori sono iniziati nel 2009 ma poi si sono interrotti quasi subito a causa di un disguido con il finanziamento. Il cantiere è stato bloccato proprio mentre si stavano effettuando gli interventi di coibentazione. Nel 2012 si è finalmente sbloccata la situazione. Sono state effettuate le indagini tecniche dal Genio Civile.
Risulta, inoltre, dalla determina n. 113 del 30 aprile 2013 del servizio lavori pubblici la liquidazione dei lavori svolti dalla ditta Logos di Cassino (la stessa che ha effettuato le indagini alla scuola di Balbo) per prove di carico solai di copertura pari a un importo di 1.063, 59 euro. In particolare, sono stati effettuati diversi interventi quali: indagine tecnologica, prova di carico, rilievo geometrico di barre d’armatura mediante calibro digitale centesimale, certificazione delle prove. La richiesta di questo servizio da parte del settore lavori pubblici è del 22 gennaio 2013.
Sempre durante il consiglio comunale del 13 marzo dello scorso anno l’assessore Saltarelli aveva assicurato che i lavori di completamento dell’opera sarebbero ripresi a breve. Ma ad oggi la situazione resta ferma, con un immobile di un’importanza storica notevole avvolto dai rovi e il rischio concreto di perdere i preziosi finanziamenti regionali.
Giuseppe Mallozzi
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