Sperlonga / Torna Marisa de’ Spagnolis, archeologa, scrittrice ed ex direttore del Museo Archeologico della città

SPERLONGA – Giovedì 30 luglio il terzo appuntamento con le conversazioni in Piazza Fontana che ospita quest’anno un caffè letterario nella rassegna “D’estate Sperlonga”. Il nome scelto per gli eventi dell’estate sperlongana 2015 non è soltanto una bella boutade linguistica, ma un preciso intento di ridestare il corpo e lo spirito di quanti scelgono la perla del Tirreno per trascorrere serate e vacanze.

I libri s’incastonano allora benissimo nel calendario degli eventi ideato di concerto da Radio Spazio blu e Sperlonga Turismo, proponendo così anche una serie di “incontri con l’autore” ogni giovedì alle 21,15 tra luglio ed agosto che sono condotti da Simone di Biasio. Una postazione fissa in piazza Fontana è occupata dalla libreria Mondadori “Tuttilibri” di Formia, che permette dunque a cittadini e visitatori di godere del mare e della lettura.

Dopo il bel successo del primo incontro con Pino Aprile, culminato con i racconti delle “malefatte” dei piemontesi ai danni dei meridionali dall’Ottocento ai giorni nostri, e del secondo incontro con Paolo Fiore, stimato medico ed apprezzato scrittore, Sperlonga si prepara al terzo appuntamento di giovedì 30 luglio alle ore 21,15 con Marisa de’ Spagnolis, archeologa e scrittrice, che ci appassionerà con il suo racconto di una vita dedicata all’archeologia, tra scavi, ricerche e incontri nella Riviera d’Ulisse.

Già direttore del Museo Archeologico di Sperlonga fino al 2014, la de’ Spagnolis è autrice di molte pubblicazioni riguardanti la storia e il territorio tra Lazio e Campania.

Il suo ultimo volume è “La grotta di Tiberio a Sperlonga e le sculture di soggetto omerico”, che illustra con dovizia di particolari la prosperità e la storia di questo luogo ammantato di fascino e bellezza. Ha partecipato a numerosi scavi e lavorato presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e tiene conferenze in Italia, Israele, Grecia, Stati Uniti.

Il racconto delle scoperte archeologiche nel corso di anni di scavi avvenuti tra difficoltà di ogni genere è narrato anche nel libro “Dieci anni a Pompei e nella Valle del Sarno. Esperienze ed emozioni di una archeologa”.

Si parlerà peraltro dell’ultima scoperta in ordine di tempo relativa alla grotta di Tiberio, oltre alle ricchezze storico-monumentali al suo interno: la frequentazione del sito da parte dell’uomo di Neanderthal e dunque l’individuazione di un giacimento del paleolitico medio (Musteriano), in gran parte distrutto dagli architetti dell’imperatore Tiberio per la realizzazione della piscina circolare, magna pars dell’allestimento della scenografica grotta-ninfeo.

Proprio gli sbancamenti operati all’epoca di Tiberio avevano escluso da parte di alcuni studiosi la possibilità di rinvenire tracce preistoriche. Invece porzioni di deposito del giacimento originale sono rimasti miracolosamente conservati in situ. I primi materiali portati alla luce sono relativi al Paleolitico Medio, ovvero circa 35.000 anni fa: si tratta di manufatti che trovano confronti con quelli provenienti dalle note Grotte del Fossellone e Guattari al Circeo.

Essi consistono in punte, raschiatoi, schegge, oltre a ciottoli su cui si vedono i distacchi per l’ottenimento di schegge. Numerose le ossa di animali, ancora in fase di studio, in parte combuste, relative a diversi animali quali il Cervo ed il Cavallo, che permettono di documentare l’uso della grotta come importante luogo di frequentazione da parte dell’uomo di Neanderthal e di conoscere il tipo di vita della comunità.

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