Cimitero nuovo a Gaeta, tocca alla Corte dei Conti

GAETA – Diventa concreta la possibilità che il comune sia chiamato dalla corte dei conti a rispondere della gestione del cimitero nuovo. Un modus operandi dilatorio come già rilevato dalla Regione Lazio, che certo i professionisti incaricati dal tribunale amministrativo di Latina non hanno contribuito minimamente a risolvere. E così gli anni sono passati, ed i ruderi in località 25 Ponti sono sempre lì, mentre i proprietari espropriati o soggetti a vincolo cimiteriale sono fermi al palo.

Protagonista in negativo ancora una volta è il comune di Gaeta, mentre la vittima di questa storia di ordinaria burocrazia è un importante imprenditore di Formia, in attesa di poter utilizzare i terreni di sua proprietà da 36 lunghissimi anni. Aveva chiesto semplicemente che tornassero ad essere “agricoli”, come una volta. Attualmente sono infatti “zona bianca”, cioè privi di qualsiasi destinazione urbanistica. Ma, decaduto nel 2009 il vincolo di esproprio, il comune non si è né interessato né nell’inserire quei terreni all’interno del piano regolatore, né nel nominare un commissario, lasciando che lo nominasse la Regione.

Tutto risolto dunque? Macchè. Il commissario chiese due consulenti, ma il tar gliene concesse uno solo, prescrivendo che fosse individuato nel personale dipendente in organico al comune di Gaeta. Ma il comune di Gaeta rispose che tra il suo personale di geologi non ce n’erano e dunque rimandò la palla avvelenata al commissario. Al termine di un lungo carteggio tra l’incaricato ed il giudice amministrativo, considerando che le proroghe concesse non hanno prodotto risultati, il tar ha emesso ordinanza di sostituzione a cui è seguita, proprio nei giorni scorsi, la nomina da parte della regione dell’architetto Vincenzo Cardarello. Ma l’inoperatività del comune non è passata inosservata.

La delibera di costruzione del nuovo cimitero del comune di Gaeta risale al 1979. Nel 2009, nonostante i vincoli cimiteriali fossero decaduti per il mancato rinnovo quinquennale, il comune non si preoccupò né di rinnovarli, né di soddisfare le richieste dell’imprenditore. Scaricando sulla collettività il costo del mancato intervento. Quanto al cimitero, quali siano state le reali motivazioni che abbiano animato le amministrazioni comunali a credere in tutti questi anni nella sua realizzazione, rimane mistero buffo. Dovranno spiegarlo ora alla magistratura contabile.

Share