FORMIA – Era il pomeriggio di venerdi 8 dicembre 2006, festa dell’Immacolata, quando intorno alle ore 14 l’anziana 84enne Vincenza Paparozzi è uscita di casa col suo cane, il suo amato volpino color miele Gigiotto, e non vi ha più fatto ritorno. Sono passati quasi 9 anni da questa scomparsa e nulla ad oggi è venuto a galla.
La donna era un’insegnante in pensione che viveva a Formia, in via Olivastro Spaventola con Gigiotto ed altri 5 gatti. Dopo la scomparsa del marito, un cardiochirurgo morto in un incidente stradale nel lontano 1978, non si è più risposata e ha condiviso la sua vita con gli amati animali. Una donna descritta dai suoi familiari serena, tranquilla, in forma e soprattutto sana di mente. Improbabile quindi un gesto dettato da amnesia o difficoltà di orientamento. Dopo lunghe ore di apprensione, i nipoti denunciarono la scomparsa al Commissariato di Polizia formiano, ma invano. Vincenza non è stata più ritrovata. Il suo cane, invece, il volpino Gigiotto, è rispuntato tre giorni dopo da solo, senza collarino e sporco di fango, bagnato e visibilmente stremato.
Vincenza – per gli amici Zina – era una donna colta, appassionata di romanzi gialli e di tarocchi. Pare che fosse brava a fare le carte astrali. Conduceva una vita abitudinaria ma tranquilla, sempre a disposizione degli animali, che adorava. Era solita sfamare i randagi del quartiere e non rinunciava mai alla consueta passeggiata col suo cagnolino Gigiotto, con qualsiasi tempo. Era abituata a percorrere lunghe distanze a piedi. Paare che il giorno della sua scomparsa abbia camminato per ben 15 chilometri, partendo dalla sua abitazione verso Maranola e poi Castellonorato, almeno stando alle dichiarazioni di alcuni testimoni. Una distanza notevole per chiunque, figurarsi per una donna anziana.
L’allarme dato dai familiari alla Polizia non ottiene l’esito sperato. Vengono chiamate anche le unità cinofile, che però arrivano solo una settimana dopo la scomparsa. A quel punto il timore era che avrebbero fiutato il cadavere della donna, ma nulla di fatto. Anche il fedele Gigiotto, a quel punto adottato dal fratello della donna, pare che abbia condotto i nipoti di Zina all’incrocio per Castellonorato in cui si sono perse le tracce della sua amata padrona. I familiari si sono convinti che sia successo qualcosa di terribile alla loro zia in quel punto, ma in questi lunghi anni non è saltato fuori nulla che possa aiutare a dipanare il mistero.
Se la donna avesse avuto un malore o peggio ancora fosse stata vittima di un investimento da parte di un’automobile in quel punto, sul ciglio della strada, sarebbe stato impossibile non trovarla. La zona di ricerca su cui hanno puntato gli inquirenti è in realtà una porzione piccola, facilmente perlustrabile. Nulla a che vedere con quella battuta dalle ricerche di Yara Gambirasio, per intenderci. E’ stata vittima di un pirata della strada? Rapita da un folle? L’ipotesi che si sia allontanata spontaneamente è molto remota perché mai, per nulla al mondo, avrebbe rinunciato ai suoi animali. Al limite li avrebbe portati con sé. Allora cosa è successo davvero?
Le indagini sono state archiviate e a tutt’oggi che fine abbia fatto Vincenza “Zina” Paparozzi non è dato di sapere. Come in tutte le tristi storie di sparizioni, la cosa più angosciosa per i parenti deve essere quella di non avere una certezza, un corpo su cui piangere, un luogo in cui portare dei fiori e un sorriso. Ad oggi, resta la malinconia per una donna amata e stimata da tutti, che quest’anno avrebbe compiuto 93 anni, circondata dall’affetto dei suoi cari e dei suoi animali. Forse riaprire le indagini non riporterebbe indietro Vincenza – è ragionevole pensare che sia morta – ma almeno darebbe un sollievo e una spiegazione a chi l’ha amata.
Gisella Calabrese
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