CASSINO – “Un progetto che prevede soluzioni innovative sul territorio comunale in favore di cittadini che si trovano in condizioni di disagio socio-abitativo, attraverso una serie di iniziative che vanno dall’accoglienza abitativa transitoria, passano per l’integrazione ed il reinserimento sociale e professionale sino al supporto nella ricerca di abitazioni autonome.”
Questo è il contento presentato dall’assessore ai servizi sociali, Stefania Di Russo, del bando relativo al progetto pilota ‘Cassino Housing punto zero’ destinato a soggetti del terzo settore e pubblicato nella giornata odierna.
“Un progetto – ha continuato la Di Russo – che costituisce l’ultimo tassello nel sovvertimento delle regole dei servizi sociali. Mi spiego meglio. Da quattro anni questa amministrazione ha abbandonato la strada dell’assistenzialismo attraverso una serie di iniziative che iniziate con il progetto voucher sono proseguite con l’Osservatorio Sociale, il centro antiviolenza, il regolamento per i centri diurni per disabili oltre che per anziani, il regolamento sul volontariato, fino ad arrivare alla stesura di questo progetto innovativo che diverrà realtà a partire dal prossimo mese di settembre.
Il principio su cui si basa il progetto Cassino Housing punto zero è quello che prevede un percorso completo di assistenza alla famiglia che inizia nel momento in cui compare il primo segnale di disagio. L’idea è quella di garantire una soluzione abitativa transitoria che agevoli la costruzione di un percorso di reinserimento sociale e lavorativo dei nuclei familiari coinvolti. Un processo in cui l’assegnazione della casa per un periodo transitorio di sei mesi un anno è coadiuvata da una serie di azioni precedenti di natura socio – educativa e relazionale affinché quella famiglia ritrovi l’equilibrio relazionale ed economico su cui poter costruire un recupero sociale che le consenta in futuro di potersi procurare un’abitazione con proprie forze e risorse.
Siamo certi che questa iniziativa rappresenti un’occasione importantissima proprio nell’ottica di un nuovo Welfare delle opportunità, proseguendo quel percorso virtuoso che questa Amministrazione è stata capace di costruire nel tempo, non solo garantendo i servizi essenziali esistenti, ma riuscendo a potenziarli e crearne di nuovi passando, come dicevamo prima, da un’ottica dell’assistenzialismo puro ad un processo che vede al centro la persona nel suo insieme. Ancora una volta l’Amministrazione mette al centro della propria azione l’attenzione nei confronti delle fasce di popolazione più svantaggiate con un’iniziativa che contribuisce, insieme alle altre, a fare della nostra città un laboratorio all’avanguardia nei servizi assistenziali e nelle politiche dell’inclusione, potendo asserire con certezza di essere riusciti anche in questo caso ad individuare nuove strade mai percorse prima.
Mi si passi, in conclusione una piccola digressione: in Italia abbiamo 56 milioni di allenatori di pallone, ma sono in pochi a conoscere veramente le regole dell’allenamento. Questa grande verità si applica anche al disagio. Tanti sono coloro che parlano di disagio, ma veramente pochi sono quelli capaci di occuparsene con umiltà di fare ricerca, basandosi su teorie precise di riferimento, su metodi di lavoro condivisi, con uno studio quali-quantitativo degli esiti, necessario per avere la certezza di occuparsi del problema in maniera oggettiva. Non c’è niente di peggio, infatti, che definire il disagio in maniera soggettiva senza avere l’umiltà di paragonarsi agli altri”.