Formia / Opere pubbliche, Rifondazione Comunista: “Un pozzo senza fondo”

FORMIA – “Probabilmente è l’opera pubblica che rimarrà nella storia per essere stata l’esempio maggiore di inefficienza e sperpero. E’ lo stadio di calcio Maranola, opera che nonostante sia già in uso per gli allenamenti e per la disputa di partite amichevoli, è ancora in via di completamento”. Lo dichiara il Circolo “Enzo Simeone” del partito della Rifondazione Comunista.

“Infatti – prosegue la nota – il commissariato di polizia di Formia, nell’ambito dei lavori della Commissione di Pubblico spettacolo per il collaudo ai sensi dell’art. 80 TULPS. ha prescritto ulteriori lavori, tra i quali il completamento delle recinzioni della tribuna ospiti e lungo la Via Furino. Il costo previsto degli interventi è di 69mila euro, soldi che graveranno tutti sul bilancio del comune di Formia (DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 202 DEL 11 AGOSTO 2015).

Eppure le cose non dovevano andare così. Infatti con deliberazione di Consiglio Comunale n° 53 del 31.05.2006 si stabiliva l’acquisto dell’area dello Stadio Comunale “N. Perrone” in località S. Pietro, da parte del C.O.N.I. in cambio della realizzazione, da parte di quest’ultimo, di opere di pari importo su altri campi sportivi comunali quali quello esistente sull’area dell’ex ENAOLI e nella frazione di Maranola. In particolare si decideva che a Maranola sarebbe dovuto sorgere il nuovo stadio comunale, che avrebbe dovuto sostituire il vecchio “N. Perrone”. Peccato che sono passati ben 9 anni, con tre amministrazioni che si sono alternate una all’altra, ma ancora niente. Nulla di quanto promesso è stato mantenuto, tant’è che per le partite ufficiali viene usato ancora il vecchio “N. Perrone”.

Ma non finisce qui, perché il saccheggio della casse comunali continua. Infatti leggendo la deliberazione di giunta comunale n.192 del 31 Luglio 2015 apprendiamo che, a seguito di verifiche effettuate, sono stati rivelati dei difetti nella costruzione della Scuola Primaria “Giovanni Bosco” di Penitro, tali da incidere sulla funzionalità dell’edificio, deputata ad ospitare bambini.

A seguito di un ricorso presso il tribunale di Gaeta si è giunti ad un accordo tra le parti. Tale accordo prevede che i costi per la messa in sicurezza della scuola verranno così suddivisi: € 15.138,14 a carico dell’amministrazione comunale (per opere che seppur necessarie non erano state previste, quindi non realizzate); € 29.470,98 a carico dell’impresa appaltante; € 10.165,03 a carico del professionista.

Speriamo che di questo almeno si sia tenuto conto nella scheda di valutazione dei dirigenti, con la quale vengono stabiliti i bonus e su cui a breve ritorneremo.

Alla fine sarà difficile anche fare il conto dei tanti soldi spesi, per appagare le manie di grandezza di una classe politica, sempre più miope e apportunista.

Insomma ancora una volta le opere pubbliche nella nostra città si dimostrano un pozzo senza fondo, con il quale sperpare soldi pubblici, senza nemmeno che qualcuno venga chiamato a pagare.

In tutto questo mercimonio non sappiamo nemmeno quanti posti di lavoro sono stati creati.
Sarebbe infatti utile conoscere le ricadute occupazionali degli oltre 6milioni euro concessi dalla regione Lazio al Comune di Formia di per l’attuazione del P.L.U.S. “Appia via del Mare”, per la rigenerazione delle funzioni economiche, sociali e ambientali delle aree urbane”.

Eppure la nostra città conta, al 31 marzo 2015, 4419 disoccupati e 2111 inoccupati, a fronte di una popolazione attiva, nel 2014, di 24992 persone (età 15-64 anni).

Milioni di euro investiti in opere pubbliche che invece sarebbero potuti essere spesi per creare un fondo di sostegno a chi è senza lavoro , ma ovviamente questo non è un capitolo che pare interessi solo a noi e pochi altri.

D’altronde – conclude Rifondazione comunista – la politica ha architettato vere e proprie truffe nei confronti dei lavoratori. Ricordiamo solo l’ultimo dei tanti casi e cioè l’iniziativa “Garanzia Giovani” che avrebbe dovuto avvicinare i giovani al mondo dei lavoro e che invece li vede ancora senza stipendio, vista la disorganizzazione che c’è negli uffici della regione Lazio. Non proprio un bel modo di aiutare i giovani a trovare un lavoro”.

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