MINTURNO – A due giorni dal consiglio comunale che ha sancito definitivamente la fine della giunta comunale guidata dal sindaco Paolo Graziano (anche se bisogna attendere il 31 agosto per l’ufficialità della chiusura dell’esperienza amministrativa), giungono le prime reazioni. Dalla maggioranza solo silenzio, nessuno tra consiglieri e assessori hanno espresso un pensiero su quanto accaduto.
Dalle file dell’opposizione, il primo a fare un’analisi è il consigliere comunale Giuseppe Tomao, che utilizza il proprio account di Facebook: “Finisce una consiliatura molto tormentata. Tanti i motivi della disfatta, tutti responsabili nessuno escluso. Con le sue dimissioni il Sindaco ha abbandonato la barca proprio nel momento in cui era ‘il comandante’ a dover fare la giusta manovra per non affondare, ma è pur vero che con la sua azione ha messo a nudo il vero problema. I consiglieri, demoralizzati, non hanno trovato neanche la forza di reagire, soprattutto perché alla base mancava una squadra coesa, una voglia di lavorare insieme, quello spirito che li caratterizzava e ci caratterizzava ad inizio legislatura. Devo ammettere che qualcuno di loro, della maggioranza, è sempre stato presente ed ha cercato di portare avanti interessanti iniziative ma ogni volta venivano stroncate da un sistema logoro, dalla spaccatura tra i gruppi consiliari, dall’inesistente intesa tra la giunta e il consiglio, oltre che dalle gelosie infantili di altri. L’assenza della ‘Politica’ si è sentita, una città allo sbando, ma con tanta voglia di reagire. Ora non si devono raccogliere i cocci ma bisogna resettare tutto, riflettere a lungo visto che ci sarà molto tempo, e soprattutto bisogna dare spazio e voce ai cittadini che, negli ultimi anni, hanno mostrato di voler partecipare attivamente alle scelte. Spero possa nascere un progetto politico nuovo, che appassioni i cittadini, che stimoli ed inventivi il commercio e l’imprenditoria locale, che coinvolga tutti e che faccia delle competenze l’arma in più”.
Anche Gerardo Stefanelli, a caldo con poche parole, dà il proprio giudizio: “Un triste epilogo che conferma quello che avevamo già detto in campagna elettorale. Una coalizione tenuta insieme solo da interessi clientelari e personali. Chi perde è la comunità, che per la seconda volta in pochi anni vede arrivare un commissario. Dobbiamo stringerci tutti in un momento di riflessione affinché la prossima volta i cittadini facciano una scelta basati sugli interessi del paese e non personali, affidando la loro fiducia a chi ha competenze e capacità e non a improvvisati della politica, che abbiamo visto hanno portato avanti una amministrazione senza alcuna programmazione e priva di idee. Dispiace che non sia stata ascoltata la nostra proposta di dimissioni a dicembre che avrebbe evitato il periodo commissariale e dato subito la parola agli elettori. Anche in quell’occasione non siamo stati ascoltati”.
Infine, in una nota il coordinatore provinciale del movimento “Sovranità-Prima gli Italiani”, Marco Moccia, parla di “epilogo scontato”, utilizza parole dure sulla fine della consiliatura: “Un’amministrazione nata con ottimi propositi, ovvero accomunare politici navigati ed esperti a giovani alla prima esperienza amministrativa che con il loro entusiasmo avrebbero dovuto incalzare ed indirizzare il percorso della giunta Graziano. Tuttavia questo non è avvenuto, ci siamo ritrovati un’amministrazione senza voglia e senza idee, che ha condotto il nostro Comune alla paralisi totale, nessun progetto e nessun intervento da parte di un’amministrazione che si è distinta solo per il suo immobilismo. Tutto questo ha come primo responsabile Paolo Graziano, un Sindaco che in questi tre anni ha avuto comportamenti a dir poco dispotici, che ha soffocato qualsiasi voce si ponesse fuori dal suo coro, così nell’ordine sono stati defenestrati: il sottoscritto, in qualità di delegato alle politiche abitative e ‘responsabile’ di aver reso pubblico un dossier sulle case popolari assegnate a persone inidonee, il vicesindaco Aristide Galasso per alcune critiche mosse all’operato del Sindaco e l’Assessore Lepone sacrificato per far entrare in maggioranza membri dell’opposizione e del Nuovo Centrodestra. Così facendo, il Sindaco si è pian piano isolato sia politicamente che umanamente, rifiutando qualsiasi forma di confronto e dissenso portando il Comune alla stagnazione in tutti i settori. Tuttavia anche i suoi fedelissimi sono responsabili di questo disastro, fino all’ultimo hanno avallato e subito le scelte del ‘satrapo’ cercando fino all’ultimo di mantenere la ‘poltrona’ sperando in un ripensamento del dott. Graziano. Non immune da critiche è anche l’opposizione consiliare, con alcuni suoi membri di fatto stampelle dell’Amministrazione, in altri casi complice oppure troppo morbida nei confronti di una maggioranza fallimentare sotto tutti i punti di vista. Forse se l’attività della minoranza fosse stata realmente incisiva, questa giunta non avrebbe oziato per tre anni incalzata unicamente da CasaPound e Sovranità che si sono distinte come unica opposizione reale a Graziano e soci. Adesso però bisogna guardare avanti, tocca rimboccarsi le maniche, il denominatore comune della politica di Minturno deve essere il benessere dei cittadini, bisogna andare oltre le ‘etichette’ e lavorare nell’interesse unico del popolo minturnese. Io e il mio movimento ‘Sovranità-Prima gli Italiani’ ci saremo e ci candideremo ad essere megafono delle istanze popolari”.