CASSINO – “Mi auguro che già domani il Sindaco chiarisca ai cittadini di Cassino la reale situazione del bando sulla riscossione dei tributi conclusasi nell’ottobre 2013, sulla cui vicenda sollevo dubbi di legittimità del bando e ne metto in evidenza la poca trasparenza di questa Amministrazione”.
Queste le parole di Benedetto Leone che ricostruisce i fatti.
Con determinazione n°1390 del 9 settembre 2013, il Comune di Cassino ha indetto apposita gara di affidamento del servizio di riscossione coattiva dell’Ici/Imu-Tarsu/Tares. Hanno partecipato alla gara numero 4 società: la Gosaf, l’Aipa, la Soget e la Treesse. In precedenza la riscossione dei tributi la gestiva la geascom con un numero di 6 dipendenti. Nel bando di gara per l’affidamento del servizio, redatto dal Comune, l’art 11 lex specialis definiva i requisiti di partecipazione, sottolineando alla lett.a comma 3 l’esclusione dalla gara delle società che avevano avuto recessioni o risoluzioni contrattuali con altri enti locali. Nella prima seduta di gara dell’8 Ottobre, il rappresentante di una delle quattro società chiedeva ufficialmente l’esclusione dalla gare delle altre concorrenti per violazione dell’art.38 lettera f del D.Lgs.163/2006, rappresentando che le società avevano subito diverse risoluzioni contrattuali per inadempimento con altre stazioni appaltanti. In data 16 Ottobre 2013, la Commissione esaminatrice del Comune disponeva l’ammissione, nonostante la segnalazione, con riserva delle concorrenti sottolineando come fosse nel dovere della stazione appaltante compiere le relative indagini del caso. In data 29 Ottobre 2013, lo stesso rappresentante di una delle quattro società scriveva ufficialmente al Comune di Cassino e all’ufficio tributi di adottare qualsiasi provvedimento per l’esclusione dalla procedura di gara della società Aipa, della Soget e della Gosaf per violazione dell’art.11 lex specialis del bando di gara. Il Comune di Cassino rispondeva alla missiva solo in data 28 Gennaio, a bando chiuso e affidato alla società Aipa, invitando le società concorrenti a presentare apposite certificazioni utili a chiarire la vicenda. Ora, di questi documenti a noi non è dato sapere se sono mai arrivate, quello che è certo sono questi tre fatti:
– l’Aipa vincitrice del bando, oggi è sotto commissario giudiziale in quanto il Presidente è stato arrestato per truffa ai Comuni. Si parla di 7 milioni sottratti ai Comuni. Ma il fatto grave è che al momento della partecipazione al bando di gara vinto, al Comune di Cassino la società aveva risoluzioni contrattuali con il Comune di Toscolano Maderno con d.g.c. 14 marzo 2011 n.72; con il Comune di Monte San Giacomo delibera 7 maggio 2013, con il Comune di Giuliano in Campania. Inoltre, l’Avcp, l’Autorità per la vigilanza dei contratti pubblici, con parere n.19 del 2012, ribadiva le risoluzioni di contratto tra l’Aipa e i comuni di Cava dei Tirreni e Jesi. Quindi queste risoluzioni confermate dall’Autorità valevano la esclusione dalla gara, ma non sono state prese in considerazione, inspiegabilmente, dal Comune di Cassino.
– alla Soget, la seconda classificata, venivano rilevate risoluzioni contrattuali con il Comune di Oria in data 8 giugno 2010, quindi antecedente al bando di Cassino del 2013.
– la Gosaf, invece nel Novembre 2012 subiva risoluzioni contrattuali dal Comune di Isola del Liri.
Nonostante l’esistenza delle richiamate risoluzioni contrattuali, alcune delle quali richiamate da una delle società partecipanti, l’Amministrazione Petrarcone in data 15 Ottobre ha ammesso incondizionatamente alla gara tutte le società, senza darne una giusta motivazione. Eppure, al di là dell’art.11 del bando, l’art.38 comma 1, lett.f del Dl.gs 163/2006 ribadisce come “sono esclusi dalla partecipazione di affidamento concessioni e appalti di lavoro e fornitura, le società che hanno commesso errori nell’esercizio della loro attività, accertato con qualsiasi mezzo di prova da parte della stazione appaltante”. Ancora l’art.13 del bando di gara, stabilisce che l’istanza di ammissione alla gara resa ai sensi del D.P.R.445/2000 deve attestare “pena l’esclusione…di non aver avuto alla data di costituzione, risolucioni o recessioni contrattuali da parte di Enti per inadempimento,sia come impresa che come singolo…” Alla luce di questi articoli e vista la circostanza nella quale le tre società hanno subito la risoluzione dei contratti con altri Comuni, si imponeva alla Stazione appaltante (Cassino) di procedere senza alcuna valutazione discrezionale alla loro esclusione, così come espresso dal Tar Campania con sentenza n.13730 “in sede di aggiudicazione dei contratti con la P.A. la stazione appaltante applica incondizionatamente la risoluzione contrattuale come previsto nelle clausole inserite in lex specialis…”
Ora, perché il Comune di Cassino, nelle persone della commissione esaminatrice e nella persona dell’Assessore Salera, responsabile del settore, non ci si è mossi nella esclusione dalla gara delle società? Ci sono interessi? E quali? Come lo spiega Petrarcone ai cittadini di Cassino, che la società vincitrice del bando di riscossione coattiva delle tasse, non solo non era in regola al momento del bando, ma oggi ha addirittura un Presidente in carcere per truffa ai danni dei Comuni. Sarebbe ancor più imbarazzante per questa Amministrazione, se il contratto firmato tra la società e il Comune l’avesse sottoscritta il commissario giudiziale. Un paradosso, per il Sindaco che a chiacchiere ha sempre parlato di legalità e trasparenza. Ricordiamo tutti le parole di Petrarcone dinanzi al giudice Cantone, presidente dell’Anac, la stessa autorità anticorruzione che nel 2012 su parere di un comune mise in evidenza le risoluzioni contrattuali dell’Aipa con altri enti. Forse per questo scivolone imbarazzante sulla trasparenza, che su questa vicenda dal 2013 è calato per mistero il silenzio. Possibile mai che nessuno abbia mai posto domande sul perché la società vincitrice del bando non fosse stata esclusa? Perchè dal 2013 ad oggi il servizio stenta a decollare? Perchè dal 2013 ad oggi delle 6 dipendenti, quattro sono ancora senza lavoro e non hanno avuto mai una spiegazione da parte del Sindaco? Possibile mai che il Sindaco non sapesse dello scandalo nazionale della truffa ai comuni? Possibile mai che nel Comune di Cassino, a cose fatte, nessuno si assume le responsabilità e le cose sembrano calate dall’alto? I cittadini di Cassino hanno il diritto di sapere. Il Sindaco il dovere di spiegare. Noi invece andremo fino in fondo, presentando la documentazione in possesso direttamente all’Autorità Nazionale Anticorruzione, affinché chiarisca questa brutta pagina di gestione amministrativa. Dobbiamo essere trasparenti fino alla fine, per rispetto alla città, agli onesti cittadini. Per rispetto alla credibilità di chi fa politica per passione e non per interesse. Anche su questa brutta vicenda, così come dal 2011 ad oggi, noi ci abbiamo messo la faccia. A viso aperto come sempre!