GAETA – Nel corso dell’ultimo week-end, la Guardia Costiera di Gaeta, con personale specializzato nel settore della pesca, ha svolto una attività di controllo a favore della tutela della risorsa ittica e dell’ambiente marino. I controlli dei militari si sono concentrati sui centri di distribuzione e punti di ristorazione presenti nella zona, per verificare l’osservanza delle norme in materia di tracciabilità del prodotto ittico e commercializzazione di specie protette.
L’attività di controllo, che ha valorizzato anche utili segnalazioni pervenute da privati cittadini, ha portato la Guardia Costiera ad intraprendere un’attività di indagine e riscontro delle notizie acquisite con l’impiego di uomini e mezzi in mare e a terra, lungo tutta la filiera della pesca.
Una mirata attività di monitoraggio, svolta nei giorni passati, anche con personale in abiti borghesi, consentiva, in un noto ristorante di Gaeta, di accertare la illecita detenzione di circa due chilogrammi di datteri di mare (Lithophaga lithophaga). La pesca di tale prodotto, da oltre venticinque anni, è vietata poiché provoca alterazioni ai fondali rocciosi con distruzione dell’ambiente marino: solo il trascorrere di decine di anni consente il ripristino del danno ambientale.
I datteri di mare, che sul mercato avrebbero avuto un alto valore commerciale, venivano sottoposti a sequestro penale ed il titolare denunciato alla Procura della Repubblica di Cassino, che disponeva l’affondamento del prodotto in alto mare. Preziose le informazioni acquisite dai militari nel corso dell’accertamento, per individuare i pescatori dediti alla pesca del pregiato mollusco e contrastarne l’illecito traffico.
L’attività dei militari della Guardia Costiera proseguiva sottoponendo a sequestro amministrativo circa cinquanta chilogrammi di prodotti ittici, di varie specie, sprovvisti della necessaria documentazione attestante la provenienza. Tali controlli sono necessari per garantire la tutela dei consumatori e la qualità dei prodotti che vengono commercializzati. Di quasi cinquemila euro la pena massima applicata.
Nel corso dell’attività di controllo svolta ad ampio raggio dalla Guardia Costiera di Gaeta, si accertava, in un punto di vendita all’ingrosso di Formia, la presenza di 9 casse di triglie sotto misura.
Il pescato sottomisura rinvenuto, circa cinquanta chilogrammi, veniva sottoposto a sequestro penale e donato in beneficenza ad un istituto religioso, dopo l’accertamento di idoneità al consumo da parte dei sanitari dell’Asl competente. Il Titolare veniva denunciato alla Autorità giudiziaria di Cassino.
Nel corso della ispezione, i militari hanno acquisito utili elementi per proseguire l’indagine finalizzata ad individuare le due unità da pesca che hanno effettuato la pesca illecita del prodotto sottomisura, in violazione della normativa che, fissando la taglia minima di una specie ittica, individua lo stato adulto dell’animale e, quindi, la sua idoneità ad essere pescato senza alcun danno alla riproduzione della stessa specie e dell’ambiente marino.