GAETA – È di mezzo milione di euro la richiesta di risarcimento per danno erariale avanzata dalla procura della corte dei conti per politici e dirigenti del comune di Gaeta. Si tratta di una somma piuttosto cospicua maturata durante il periodo di sospensione del dirigente Antonio Buttaro. Atto che la passata amministrazione comunale ha sempre rivendicato come sinonimo di legalità ma che per la corte dei conti non avrebbe rivestito tutti i crismi di legittimità non essendo il dirigente Buttaro mai stato condannato penalmente, neppure in primo grado. Mentre il dirigente era sospeso infatti il comune di Gaeta ha dovuto continuare a pagare i contributi, mentre le altre somme sono state accantonate in un apposito fondo, poi erogatogli quando rientrò in servizio. Secondo indiscrezioni per quei fatti la corte dei conti ha messo in mora l’ex Sindaco Antonio Raimondi ed il dirigente in pensione Antonio Zangrillo. Un ruolo marginale avrebbe avuto invece nella vicenda l’ex segretario comunale Celestina Labbadìa, chiamata a rispondere limitatamente all’importo della parcella dell’avvocato Stella Richter, a cui il comune si era rivolto per avere un parere circa la possibile riassunzione di Buttaro, poi effettivamente portata a termine dall’amministrazione Mitrano.
La vicenda di Antonio Buttaro, con un processo penale aperto presso il tribunale di Latina ma in via di prescrizione, un altro fascicolo penale presso il tribunale di Cassino e tre condanne della corte dei conti divenute definitive, è ripercorsa in una nota da Antonio Raimondi, oggi capogruppo del movimento progressista in seno al consiglio comunale di Gaeta. Raimondi spiega che il suo intento era quello di “moralizzare” la politica e chiede alle forze dell’ordine di intervenire proprio sul reinserimento del dirigente. Durante l’amministrazione Raimondi, Buttaro è stato relegato al ruolo marginale di direzione dell’avvocatura comunale, mentre in quella Mitrano ha assunto un ruolo di primo piano divenendo vice segretario e dirigendo settori delicati come quello delle entrate, del personale e per periodi limitati di tempo anche il settore bilancio. Di seguito l’attacco di Raimondi che, alla luce delle indiscrezioni sopra pubblicate, suona come un vero e proprio memoriale.
“Il Dirigente del Comune di Gaeta Avvocato Antonio Buttaro: un nome, una garanzia! Ovviamente, una garanzia di illegalità! Il rapporto tra il Sindaco Mitrano e l’Avvocato Buttaro ha qualcosa di morboso e di atavico. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che questo dirigente ha ricevuto ben tre condanne dalla Corte dei Conti ed è stato rinviato a Giudizio penale per ben due questioni distinte. Il sottoscritto, quando era Sindaco, lo ha sospeso (prima volta nella storia del Comune di Gaeta) dopo le prime due severissime condanne della Corte dei Conti per il famigerato Progetto Musica e per i Contributi straordinari elargiti durante l’allegra Amministrazione Magliozzi e, soprattutto, dopo il primo rinvio a Giudizio Penale. Il TUEL (testo unico per enti locali) mi dava tale facoltà, e ho voluto dare un segnale ben preciso di moralizzazione all’interno dell’Ente Comunale. Si fa un gran parlare della Corruzione nella politica e nell’Amministrazione Pubblica, ma quando chi ha il potere di intervenire non lo fa possiamo benissimo dire che “gatta ci cova”. Ho sempre sostenuto e ribadisco ancora che il grado di onestà e trasparenza di una Amministrazione Comunale (o di un Ente Statale in generale) lo si vede dal comportamento dei Dirigenti e Funzionari (e dei Direttori dove esistono). Con la legge Bassanini del 1990 si è avuta la netta distinzione tra il potere politico degli eletti, ossia di indirizzo, e la gestione che è tutta in mano a questi “Signori” burocrati della Pubblica Amministrazione. I politici da soli non possono rubare o fare clientele: hanno bisogno della complicità (ovviamente ben ripagata) di coloro che gestiscono le risorse pubbliche, di coloro che fanno i bandi e le gare d’appalto, di coloro che firmano gli atti gestionali. Questa è la triste realtà che mi sono ritrovato quando con entusiasmo sono diventato Sindaco. Era fondamentale dare segnali precisi di moralizzazione altrimenti la nostra civicità non avrebbe marcato la distanza dal sistema partitico tradizionale fatto di prebende e clientele ed anche di corruzione. Sospesi in maniera cautelare Buttaro, ben noto alle cronache giudiziarie e alla cittadinanza tutta, con una Delibera di Giunta nell’agosto 2009 e con un atto di sospensione che diventò operativo l’8 settembre del 2009. Buttaro doveva dimostrare nell’arco di 5 anni di essere innocente per non aver commesso il fatto, ossia innocenza piena, altrimenti sarebbe stato licenziato. In questi casi il Dirigente sospeso ha diritto soltanto ai cosiddetti alimenti, cioè circa un terzo dello stipendio complessivo. Le somme intanto venivano accantonate per essere ridate solo nel caso del reintegro per innocenza. Tutto questo con il Sindaco Mitrano è stato cestinato: questi problemi di etica, di natura economica, di legalità e di opportunità evidentemente non sussistevano. Lui stesso ha dovuto mettere Buttaro in mora per il caso Gevi nel luglio del 2012 poco dopo il suo insediamento per una cifra di 611 mila euro e per grave danno all’immagine del Comune di Gaeta. Condanna definitiva arrivata puntualmente nel 2013. Insomma, ci troviamo di fronte ad un pluri condannato in sede contabile (quale affidamento di corretta gestione del denaro pubblico può dare?), in attesa di ben due Giudizi Penali. Ma il Sindaco Mitrano per scambio di favori (e non so cos’altro) ha revocato la sospensione, lo ha reinserito in Organico affidandogli incarichi importanti e gli ha ridato illegalmente tutti gli arretrati addirittura con una compensazione (altra illegalità). L’ultima chicca è la Delibera di Giunta n.214 del 27-7-2015 con la quale si fa in modo che gli ultimi 60 mila euro che il Dirigente Buttaro deve alla Collettività gaetana venga pagata con 86 comode rate (nemmeno la Nissan e la Hyundai arrivano a tanto). La coerenza, l’onestà, la correttezza, la trasparenza, il senso di giustizia di una Amministrazione si vede proprio da queste cose e chiedo alle Forze dell’Ordine di intervenire, perché quando è troppo è troppo! Raimondi li cacciava e Mitrano li ha ripresi: a voi il giudizio!”.