Ponza / Vicenda Pariolini, revocata la misura di prevenzione a Francesco Bruno

PONZA – “Ci sono voluti due anni di battaglie giudiziarie, ma alla fine è stata fatta giustizia per il Sig. Francesco Bruno, colpito da una misura di prevenzione nel 2013 dal Tribunale di Latina, presieduto dalla Dottoressa Aielli con a latere Giannantonio e Velardi, che dichiarava il ponzese socialmente pericoloso e gli applicava il massimo della misura: 5 anni di vero e proprio “confino” a Ponza.

Se la proposta avanzata dalla Questura di Latina nel 2013 contro il Bruno appariva palesemente eccessiva, la doccia fredda – afferma l’avv. Cardillo Cupo che difende il Sig. Bruno – arrivava con la decisione del Tribunale di Latina: 5 anni di obbligo di soggiorno a Ponza ed obbligo di rincasare entro le 22.00. Un rigore eccessivo, secondo il legale, laddove a soggetti colpiti da elementi di mafiosità spesso non si arriva ad applicare neanche 3 anni.

Se poi – prosegue l’avvocato – si evidenzia che il Bruno, operaio di quasi 50 anni di età, annovera tra i suoi precedenti penali una multa ed una ammenda, si sfiora il paradosso.

Oggi la IV Sezione della Corte di Appello di Roma ha restituito al Bruno dignità e Giustizia dopo 2 lunghi anni, nei quali, a causa di una decisione così ingiusta, lo stesso è stato privato anche della possibilità di vedere il figlio, residente a Formia, per il forzato esilio sull’isola pontina, dove da subito i cittadini avevano manifestato anche a mezzo stampa piena solidarietà al loro concittadino, colpito da questo ingiusto provvedimento per aver avuto una lite con dei giovanissimi Pariolini, che alle 5 del mattino si spostavano in massa da una parte all’altra di un bus di linea, per le strade impervie dell’Isola, auspicando “un incidente per veder morire il conducente”.

Alla reazione del Sig. Francesco Bruno a mantenere calma ed educazione seguiva una violenta lite che si reiterava davanti la Caserma dei Carabinieri; inutile la stima e la solidarietà dell’intera comunità ponzese, atteso che per la Questura di Latina prima ed il Tribunale poi tutto ciò valeva per il Bruno una declaratoria di pericolosità sociale e 5 anni di misura di prevenzione.

Oggi la Giustizia è stata ripristinata, la IV Sezione della Corte di Appello, Presidente Monteleone, ha chiaramente motivato che in capo al Sig. Francesco Bruno non c’è mai stata alcuna pericolosità sociale e la misura andava quindi totalmente annullata.”

Per l’Avv. Cardillo Cupo, tuttavia, due anni di esilio forzato, la perdita degli affetti più cari ed il senso di frustrazione subito per aver “osato” invitare all’educazione ed al rispetto del vivere civile i “figli di papà” meritano ora anche un risarcimento importante da parte del Ministero.

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