MINTURNO – “In relazione alla notizia apparsa sulla stampa circa il trasferimento del T.S.M.R.E.E (quale servizio territoriale integrato nel consultorio familiare), il PD di Minturno propone all’attenzione di chi legge alcune considerazioni che riteniamo degne di ponderata valutazione”. Comincia così la lettera inviata dal Coordinatore del Partito Democratico di Minturno Franco Esposito inviata al direttore Asl di Latina Michele Caporossi e al consigliere regionale Enrico Forte.
“Premessa la condivisione dell’obbligo virtuoso al contenimento della spesa (in questo caso risparmio dell’affitto?) – spiega Esposito – non appare molto condivisibile(se vera) la scelta di allocare il servizio in altro comune sia pure senza spese di affitto.Uno dei principi fondanti dell’efficienza di un servizio sanitario è la collocazione baricentrica,al bacino di utenza, la presenza di collegamenti con mezzi pubblici,la compresenza e l’integrazione con servizi sanitari e/o sociali affini( per evitare gravosi aggravi della mobilità passiva e dei costi sociali).
Siamo certi che che la filiera decisionale della ASL Latina abbia ben presenti questi dettami di efficienza dei servizi sanitari; ma allora perchè non sollecitare preventivamente l’ente comunale ad esplorare collocazioni alternative( ed adeguate) oltre che a costo zero, in stabili di proprietà pubblica?Il frazionamento e la dispersione sul territorio di servizi sanitari che racchiudono anche una notevole valenza sociale oltre ad inficiarne la fruibilità ,incidono spesso su utenze particolarmente fragili.
A tal proposito è opportuno rimarcare la progressiva desertificazione dei servizi sanitari un tempo ospitati presso l’ex ospedale di Minturno,e che per collocazione geografica vantavano una valenza comprensoriale.Una occasione di recupero ed integrazione dei suddetti servizi( che sarebbero fruibili da 60.000 cittadini del comprensorio) sarebbe la realizzazione della casa della salute prevista con decreto della regione nello stabile dell’ospedale, già oggetto di un costoso intervento di adeguamento statico.Ma il finanziamento regionale programmato per ultimare i lavori nell’edificio dell’ex ospedale sembra essere divenuto chimerico.
Una occasione mancata per portare i servizi sanitari ai cittadini, alleviare la pressione sulle strutture di emergenza e sui reparti di acuzie del nosocomio formiano diminuire la mobilità passiva ,e forsanche, con un’ottica più attenta alle fragilità sociali più drammatiche ,utilizzare un piano dell’ex ospedale dedicato ad un hospice.
Mi auguro che questi pochi e non esaustivi argomenti solleecitino se non altro una attenta valutazione dei decisori sia della ASL che della regione”.