CORENO AUSONIO – E’ stato rinviato a giudizio Giuseppe Di Bello, il 35enne di Coreno Ausonio accusato di aver ucciso i due fratelli Amilcare e Giuseppe Mattei di Castelforte, 41 e 51 anni, nella loro cava “Gpr Tirreno Srl” di Coreno nella notte tra il 6 e il 7 novembre 2014.
E’ di ieri la decisione del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Cassino, Angelo Valerio Lanna, che ha al tempo stesso rigettato la costituzione di parte civile della Cooperativa Cavatori. Il processo prenderà il via il prossimo 16 gennaio.
Nella corposa relazione di 90 pagine depositata dai Carabinieri del Ris di Roma nell’ultima udienza viene ricostruita tutta la vicenda, a cominciare dal numero di colpi esplosi: ben 19 ne sarebbero stati sparati in aria, a vuoto, probabilmente per intimidire e mettere in fuga coloro che si erano introdotti per compiere un furto di carburante. E sarebbe questa la ragione per cui Di Bello si trovava all’interno della cava, anche perché non era la prima volta che i due fratelli di Castelforte subivano tali furti notturni.
Di Bello è accusato non solo di duplice omicidio e di porto abusivo di arma da fuoco clandestina ma anche di tentato furto aggravato e ricettazione. Infatti, secondo le immagini acquisite dai carabinieri di Pontecorvo, diretti dal Capitano Fabio Imbratta e dal Tenente Vittorio De Lisa, i fratelli Mattei avrebbero sorpreso Di Bello proprio mentre stava commettendo un furto di gasolio.
Gli uomini dell’Arma hanno acquisito le foto provenienti da un sofisticato sistema di videosorveglianza collegato ad una fotocellula che i proprietari della cava avevano fatto installare per scoprire gli autori dei continui furti di carburante dai caterpillar. Proprio grazie a questo sistema a infrarossi, i due fratelli Pino e Amilcare Mattei sono stati allertati dell’intrusione all’interno del loro cantiere. Per questo si sono subito diretti sul luogo, dove purtroppo hanno trovato la morte.
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