GAETA – Clamoroso epilogo per la vicenda Coifal. L’associazione nazionale antimafia Antonino Caponnetto ha chiesto lo scioglimento dei consigli comunali di Gaeta, Bracciano e Castel Madama (che avevano costituito un consorzio per gestire insieme le farmacie comunali) e la sospensione dei consiglieri comunali per atti contrari alla legge. In attesa delle decisioni governative, l’associazione si è rivolta ai prefetti di Roma, Latina, Napoli, Salerno e Caserta perchè prendano gli opportuni provvedimenti tra cui figura anche quello della sospensione immediata degli amministratori “per gravi ed urgenti necessità”. Di seguito la missiva inviata ai prefetti dal presidente dell’associazione Antonino Caponnetto Elvio Di Cesare.
Non conosciamo l’iter seguito in Campania ma nel Lazio il percorso da loro seguito è apparso palesemente illegittimo e per certi aspetti anche illecito. Le tre farmacie “comunali” del Lazio saranno di proprietà dei Comuni per il 20% mentre il restante 80% è di proprietà dei privati L’operazione anomala messa in piedi con probabilmente la complicità di amministratori comunali, che appare aver assunto la connotazione di un vero e proprio business , ha formato oggetto di diversi articoli di stampa che si allegano, nonché una circostanziata denuncia alla competente Autorità Giudiziaria . Le scelte amministrative operate dagli amministratori comunali interessati a realizzare queste forme di accordo con i privati nella gestione delle farmacie comunali appaiono , sostanzialmente finalizzate ad arrecare ingiusti vantaggi agli stessi privati e viceversa, danni economici ai Comuni i cui amministratori forniscono il proprio appoggio a queste operazioni . Questa Associazione Antimafia, che da anni impegnata a dispiegare azioni di denuncia alle competenti Autorità con finalità di prevenzione e di contrasto ai fenomeni di illegalità nella pubblica amministrazione e di ingerenza mafiosa, ha raccolto il grido di allarme delle associazioni di categoria.
In particolare da una prima lettura dei fatti riportati negli articoli si stampa che si allegano nonché dal contenuto nella denuncia prodotta dalle Associazioni professionali di categoria, questa Associazione ha individuato diverse ipotesi di violazioni di legge. In particolare appare emergere come mediante l’adesione a società ( si citano a titolo di esempio la CISS, e la INCO.FARMA S.P.A.) si consegna nelle mani di una società privata la gestione di un servizio pubblico che potrebbe fruttare alle casse degli enti comunali profitti economici di gran lunga superiori rispetto a quelli effettivamente percepiti.
Appare evidente, in queste operazioni la violazione di legge in quanto le farmacie comunali possono essere gestite esclusivamente secondo le modalità di cui all’art. 9 della L. 457/1968 ( come modificato dall’art. 10 della L. 362/1991) e precisamente in una delle seguenti forme :
1) In economia
2) A mezzo aziende speciali
3) A mezzo consorzi tra comuni per la gestione di farmacie di cui sono titolari gli stessi comune e i farmacisti che al momento dalla costituzione della società, prestino servizio presso le farmacie di cui l’ente abbia la titolarità.
A tanto va aggiunto che la legge ha sancito il principio inderogabile dell’ inseparabilità tra la titolarità e la gestione delle Farmacie comunali. Principio questo ribadito dalla copioso giurisprudenza della Corte dei Conti ( cfr. pareri 26/2013PAR e 657/2011/PAR) e dall’art. 11 del Decreto-Legge 24 gennaio 2012, n. convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012, n. 27 .
Nello speciale settore del diritto farmaceutico non esiste , infatti,alcuna norma che prevede la possibilità di separare la titolarità della gestione delle farmacie comunali , risultando unicamente regolato il mantenimento della farmacia in capo all’ente locale
Inoltre, giova evidenziare che la corte costituzionale con sentenza 275 del 24.7.2003 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge 362/1991 nella parte in cui prevede la partecipazione a società di gestione di farmacie comunali , ritenendola incompatibile con qualsiasi altra attività nel settore della produzione
In merito a questo esposto, si sottopone alla valutazione dei Sig.ri Prefetti in indirizzo la possibilità di portare in essere le iniziative ritenute opportune per prevenire la reiterazione di condotte analoghe a quelle descritte da parte di altri amministratori comunai.