FORMIA – “Riteniamo che non sia affatto possibile che la Curatela Fallimentare metta all’asta il parcheggio di Multipiano di Piazzale Aldo Moro. A leggerla bene la recente sentenza del Consiglio di Stato non dice certo che la Curatela Fallimentare è proprietaria a tutti gli effetti del parcheggio o meglio che può disporne liberamente”. Lo dichiara il gruppo consiliare dell’Udc di Formia in merito all’incontro avuto ieri in Comune tra il sindaco Sandro Bartolomeo e il curatore fallimentare della Formia Servizi.
“La sentenza richiamata censura, peraltro solo in parte, gli atti laddove il Comune ha usato il potere di Ordinanza per rientrare in possesso anticipato del bene, anziché gli strumenti ordinari del diritto fallimentare civile, mentre conferma la piena legittimità della dichiarata decadenza della concessione del servizio a causa del fallimento della Società Formia Servizi. Ma la sostanza non cambia di certo.
Non va dimenticato che il Comune aveva utilizzato lo strumento dell’Ordinanza solo perché il più idoneo e celere per evitare il degrado in cui versava l’immobile e restituirlo al più presto all’uso pubblico.
Se il Comune non avesse autoritariamente acquisito il parcheggio, oggi lo stesso sarebbe ancora chiuso vandalizzato e con la piazza soprastante inutilizzata.
Non va dimenticato che solo grazie a quegli atti, peraltro ritenuti legittimi dal T.A.R. di Latina il Comune ha potuto rendere fruibile il parcheggio, e terminare i lavori della Piazza.
Tanto premesso, ricordiamo che alla Società Formia Servizi, fu concesso il diritto di edificare sul suolo demaniale il parcheggio multipiano perché la società doveva esercitarvi il servizio di parcheggi a pagamento nel centro cittadino per la durata della concessione ( all’epoca 44 anni).
Se è vero che il Comune ha ottemperato ai propri obblighi , è stata la Società Formia Servizi a rimanere inadempiente sia nel pagare i canoni concessori, ma, soprattutto, a causa del suo fallimento ( non addebitabile al Comune ) , non è stata più in grado di gestire il servizio parcheggi che era la contropartita rispetto al diritto di edificare il parcheggio stesso.
Pertanto riteniamo che la Società Formia Servizi- e dunque oggi per essa la Curatela Fallimentare- in quanto inadempiente a causa del fallimento non possa invocare la proprietà, seppure a tempo determinato, dell’immobile, ma possa pretendere unicamente il rimborso di quanto speso per la costruzione e cioè un indennizzo, come abbiamo da sempre sostenuto.
L’indennizzo ottenuto costituirà un attivo per il fallimento da ripartire ai creditori aventi diritto, mentre l’Amministrazione riotterebbe la piena proprietà dell’immobile, così ripristinandosi l’equilibrio delle rispettive posizioni alteratosi, ricordiamo, non per colpa del Comune ma dalla scellerata gestione della Società che ne ha decretato il fallimento ed i procedimenti per mala gestione e bancarotta fraudolenta.
Dobbiamo da ultimo chiarire che la dichiarazione del fallimento della Società è stata dichiarata dal Tribunale ( è vero nella persona del Giudice Lollo ), ma poi è stata confermata dalla Corte di Appello di Roma e poi addirittura dalla Suprema Corte di Cassazione ( la sentenza è pubblica e può essere consultata da chiunque ).
I Massimi giudici civili hanno accertato che la Società Formia Servizi era in uno stato di insolvenza tale che non poteva che condurre al fallimento.
Non solo, ma i Giudici della Corte di Appello hanno anche attestato in sentenza che gli allora amministratori hanno nascosto nei bilanci perdite tali che avevano intaccato il capitale sociale in misura superiore a quella consentita dalla legge, per cui già prima del fallimento gli Amministratori dell’epoca avrebbero dovuto ripianare le perdite o mettere il liquidazione la Società stessa.
Viceversa hanno falsificato i bilanci aggravando la già compromessa situazione e portando la Società al fallimento. Le sentenze che dicono questo sono pubblicate e consultabili da chiunque. Così chi ha interesse potrà verificare che tutti coloro i quali ancora oggi continuano a sostenere che la Società sia stata fatta fallire dal Comune o sono disinformati, o peggio sono in mala fede.
Noi saremo i garanti di questo processo, perché sostenitori del ritorno del bene al Comune, e pertanto non lasceremo che il lavoro svolto dall’Amministrazione venga vanificato da eventuali scelte scellerate. In caso contrario adiremo alle vie legali”.