CASTELFORTE – Nei Comuni sede di discariche e di impianti di preselezione, di termovalorizzazione e di stazioni di trasferenza spetta un benefit ambientale calcolato in percentuale rispetto alla tariffa di accesso agli impianti. Lo prevede una normativa regionale all’articolo 29 della legge 27/1998 in considerazione dell’impatto ambientale, a volte elevato, generato da questi cicli di lavorazione.
La legge regionale è stata recepita nella delibera di giunta regionale del 2008 e poi nel decreto 15/2005 che prevede l’imposizione ai comuni che effettuano il conferimento di una tariffa di accesso controllata. Le somme, introitate dalle società che gestiscono gli impianti, devono essere successivamente girate ai Comuni in cui hanno sede gli stabilimenti di smaltimento.
“Il provvedimento di autorizzazione all’esercizio degli impianti e delle discariche (…) – recita l’allegato tecnico – deve contenere, tra l’altro, la determinazione delle tariffe e della quota della percentuale della tariffa dovuta dagli eventuali comuni utenti di soggetto gestore dell’impianto o della discarica a favore del Comune sede dell’impianto o della discarica stessi, che deve essere compresa tra il 10 ed il 20 per cento della tariffa”.
Più recentemente la metodologia di calcolo è stata aggiornata, fissando una tariffa complessiva del 12 percento. Il ristoro va suddiviso tra i vari Comuni dove gli impianti hanno sede. Ma è l’impianto del Comune dove avviene la preselezione a dover effettuare la ripartizione: il 2% al comune dove ha sede (qualora esista) la stazione di trasferenza; il 4% al Comune ove ha sede l’impianto di preselezione; 5% al Comune ove ha sede la discarica; 1% al Comune ove ha sede l’impianto di termovalorizzazione.
In caso di conferimento di rifiuto tal quale direttamente in discarica, al gestore andrà una somma pari al 10% dell’importo da rigirare al Comune dove ha sede. Insomma, un vero e proprio “tesoretto” sul quale un ente pubblico, specie se di piccole dimensioni, può contare se non per risanare il proprio bilancio almeno per utilizzarlo per asfaltare un bel po’ di strade e non solo.
Tra i Comuni della Regione Lazio rientranti in questo schema figura anche quello di Castelforte, che ospita il Csa – Centro Servizi Ambientali Srl. L’azienda – salita agli onori della cronaca per due atti intimidatori avendo ricevuto colpi di arma da fuoco – effettua servizio di preselezione di tipo Tmb (trattamento meccanico-biologico) dei rifiuti indifferenziati o residuali dopo la raccolta differenziata.
Nell’archivio del Comune di Castelforte vi sono 42 documenti redatti nel 2015 che parlano di rifiuti, in maggioranza determine, atti di gara e impegni di spesa. Ma di ristori ambientali a favore del Comune di Castelforte non vi è traccia, nemmeno nel bilancio di previsione recentemente approvato dal commissario prefettizio Ilaria Tortelli.
La domanda nasce spontanea: il Comune di Castelforte percepisce questo benefit dal Csa? Secondo la normativa, dal 2012 la ditta avrebbe dovuto versare tale contributo. Si parla di una cifra complessiva che supera abbondantemente il milione di euro. E non si tratta certo di una scelta facoltativa dell’impresa, anzi. La restituzione del benefit dovrebbe avvenire con cadenza quadrimestrale. A chiederne conto è una lettera dell’area “Ciclo integrato dei rifiuti”, appartenente alla direzione regionale urbanistica e mobilità sottoscritta dalla dirigente Flaminia Tosini datata 3 novembre 2015 e indirizzata alle varie aziende che si occupano dei rifiuti del Lazio. Viene ricordato, infatti, che il benefit da versare non è affatto facoltativo ma è un obbligo preciso in capo agli impianti/discariche, che devono applicarlo ai Comuni conferenti presso l’impianto e riversarlo a loro volta ai Comuni beneficiari.
Altra domanda in cerca di risposta: se così stanno le cose, perché gli uffici comunali di competenza e l’amministrazione comunale non sono mai intervenuti per ottenere quanto previsto dalla legge? La stessa lettera della dirigente Tosini raccomanda ai gestori una corretta applicazione della normativa. Sarà stata applicata tale normativa?
Giuseppe Mallozzi
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