LATINA – Storica sentenza della Corte di appello di Roma n. 6899/2015 del 14 dicembre 2015: la giustizia per i i figli e la moglie arriva dopo 30 anni dalla morte di un uomo di Maenza deceduto nel 1985 per una cirrosi epatica da trasfusioni di sangue infetto somministrate all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina e altri 2 ospedali romani fra il 1979 e il 1985.
La causa di risarcimento degli eredi dell’uomo – morto all’età di soli 32 anni lasciando un moglie giovanissima e 2 figli piccoli – iniziata nel 2008 dall’avvocato Renato Mattarelli era stata dichiarata prescritta in primo grado: per il Tribunale era trascorso ogni ragionevole periodo tempo (decine di anni) dalla morte dell’uomo del 1985 per richiedere il risarcimento.
La sentenza del Tribunale del 2011, di rigetto dell’azione giudiziaria in primo grado, aveva aggravato stato depressivo della vedova che dal 1985 non si era mai ripresa per la morte del giovane marito conosciuto dall’infanzia. Lo stato di prostrazione le aveva tolto ogni desiderio di continuare a vivere se non per stare vicino ai 2 piccoli bambini. Dopo la sentenza di rigetto del risarcimento di primo la depressione è diventata un disturbo depressivo maggiore tant’è che l’avvocato Mattarelli ha chiesto ed ottenuto dalla Corte di Appello un’anticipazione dell’ultima udienza proprio perché la prolungata aspettazione e l’incertezza avrebbe ulteriormente inciso sullo stato di salute psichico della donna.
La sentenza della Corte d’Appello rovescia quasi completamente quella di primo grado e dichiara solo parzialmente prescritto il credito verso il Ministero della Salute per non aver vigilato e controllato il sangue infetto trasfuso fra 1979 e il 1985 al giovane anche presso il Goretti di Latina.
Alla moglie e ai 2 figli verrà pagata una somma poco inferiore ad un milione di euro per i danni patiti personalmente a seguito dell’omicidio colposo del loro congiunto.
Tale somma va ad aggiungersi agli ulteriori 78mila euro che la famiglia ha incassato a seguito del parallelo procedimento previsto dalla legge n. 210/1992 (indennizzo in favore degli emotrasfusi) e portato a termine dall’avvocato Mattarelli nel 2007.
Nonostante la vittoria, l’avvocato della famiglia verificherà gli estremi per il ricorso in Cassazione per l’ottenimento dei danni subiti in vita dal congiunto (1 milione e 200mila euro circa) che non sono stai al momento liquidati per una erronea interpretazione di un documento.