Furto sacrilego alla Chiesa della Madonna di Costantinopoli di Pinisco, due minorenni arrestati

CASSINO – Nella giornata odierna, i Carabinieri delle Stazioni Carabinieri di Picinisco e Atina, coadiuvati da personale del NORM della Compagnia di Cassino, a conclusione di attività investigativa, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, per il reato di furto aggravato in concorso, due minori residenti nella Valle di Comino, ritenuti responsabili, unitamente ad altri due ragazzi, non imputabili poiché minori degli anni 14, del furto perpetrato nel corso della nottata tra l’8 e il 9 dicembre, presso la Chiesa della Madonna di Costantinopoli sita in località Serre di Picinisco.

Sin dalle prime battute delle indagini, date le modalità d’accesso al luogo sacro e gli oggetti asportati, solo apparentemente d’importanza storico/artistica, si intuiva immediatamente che a perpetrare il furto erano state delle persone del luogo, che conoscevano l’ambiente e, soprattutto, inesperte.

L’esame delle tracce rinvenute sul luogo del reato, in particolare un filtro di sigaretta di una marca poco conosciuta, lasciato imprudentemente da uno degli autori, riconducevano il delitto ad un gruppo di ragazzi del luogo, noti per alcune bravate.

Le immediate indagini consentivano di rinvenire, pochi giorni dopo, il supporto per candele votive, in ferro battuto, che i malfattori, dopo aver asportato le monete ivi contenute, avevano abbandonato in un fossato poco distante dalla chiesa. Si restringeva, pertanto, sempre più, il cerchio sui sospettati giungendo, alla fine ad individuare i principali autori del furto, due minori di anni 18. Presso l’abitazione di uno dei due si rinvenivano 20 ombrelli con la scritta madonna di Costantinopoli e 21 lampadine votive, asportate all’interno della sacrestia.

Messi di fronte alle proprie responsabilità, i due decidevano di collaborare aiutando gli operanti a recuperare quasi tutti gli oggetti asportati fornendo, tra l’altro, indicazioni su chi fossero gli altri due complici, due minori di anni 14.

I restanti oggetti, una corona placcata in oro e argento, un tribolo placcato in oro e un braciere in acciaio, venivano rinvenuti nei pressi di un fiume dove i malfattori avevano cercato di disfarsene, dopo essersi resi conto di essere stati individuati dagli operanti.

Gli oggetti sacri rinvenuti, venivano riconosciuti senza ombra di dubbio dal parroco di Picinisco, Don Edmer Eronga, al quale veniva immediatamente restituito il tutto.

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