FORMIA – Venerdì pomeriggio scorso alle ore 18,30, presso la sala consiliare del Comune di Sessa Aurunca è stato convocato il Consiglio Comunale straordinario con diversi punti all’ordine del giorno. Il primo di questi punti recita: “Si discute la realizzazione di una struttura di interesse comune da destinare a Polo logistico e confezionamento di Pallet in Sessa Aurunca alla via Appia Km 158,40 in variante urbanistica ai sensi dell’art.8 del D.P.R. 160/2010, di proprietà della ditta Interport s.r.l. con sede in Formia (LT)”.
“Noi, cittadini dell’Assemblea Popolare del Golfo – dichiara Paola Villa, portavoce dell’Assemblea Popolare del Golfo – ci aspettavamo di trovare la discussione e la conseguente votazione del ricorso al TAR da parte del Comune di Sessa Aurunca contro il decreto Ministeriale datato 18 dicembre 2015, dove a chiare lettere il ministero dello Sviluppo Economico rilascia alla Società Interport s.r.l. l’autorizzazione alla riduzione della capacità di stoccaggio di prodotti petroliferi (petcoke) del deposito sito proprio a Sessa. Con questo decreto ministeriale (n° 17411) viene sancito una volta per tutte che la ditta INTERPORT è autorizzata a stoccare petcoke (il pet-coke e’ l’ultimo prodotto delle attivita’ di trasformazione del petrolio e viene considerato lo scarto dello scarto dell’oro nero tanto da guadagnarsi il nome di “feccia del petrolio”.
Per la sua composizione, comprendente oltre ad IPA, in particolare benzopirene e metalli pesanti come nichel, cromo e vanadio, va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri respirabili. Il trattamento consistente in carico, scarico e deposito del pet-coke deve seguire le regole dettate dal decreto del Ministero della Sanita’ 28 aprile 1997 concernente il trasporto di sostanze pericolose). Ma dopo più di mezz’ora di ritardo e dopo aver già fatto l’appello e dichiarata la seduta aperta, i consiglieri di maggioranza chiedono il rinvio del consiglio comunale perché non è stato inserito un punto “a loro caro” nell’ordine del giorno. Ovviamente sciolta la seduta abbiamo parlato sia con consiglieri di maggioranza che di minoranza, ed anche con il Presidente del Consiglio Comunale, ricordando loro che per fare ricorso al TAR ci sono solo 60 giorni, di cui 21 sono già passati!
Pensate un po’ la ditta di Nicola Di Sarno scarica petcoke a Sessa dal 1991 con un’autorizzazione del tutto discutibile. Infatti il giorno 21 agosto 1991, il Sindaco pro tempore del Comune di Sessa Aurunca, rilascia un’autorizzazione sanitaria n. 339/LIC. al richiedente, sig. Nicola Di Sarno, Amministratore della soc. Interport s.a.s per l’esercizio di scarico e deposito di carbone (in realtà pet-coke nota della scrivente), secondo la normativa vigente, ossia “Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande, legge 30/4/962 n. 283 e succ. modificazioni Reg. d’esecuzione D.P.R. 26/3/980 n. 327”; Il pet-coke non è né una sostanza alimentare né una bevanda e quindi l’autorizzazione concessa in base a normative che regolamentano la disciplina igienico-sanitaria di tali sostanze, è falsa e priva di valore giuridico. Ovviamente al ministero tutta la documentazione in merito è stata inviata, ma a nulla è servito, hanno ugualmente autorizzato la Interport a scaricare petcoke al porto commerciale di Gaeta, a caricarlo sui camion, ad attraversare le città di Gaeta, Formia e Minturno ed arrivare al deposito di Sessa dove il petcoke viene accumulato in montagne, che, pensate un po’ il decreto impone all’azienda di non fare più alte di 6,5 metri!
Una cosa è certa, l’Assemblea Popolare del Golfo non si ferma, continuerà a seguire tutta la vicenda, continuerà ad informare i cittadini del Golfo e soprattutto ricorderà a tutti che nel petcoke ci sono lo zolfo, il nichel, il vanadio, il cromo e soprattutto il benzopirene. Sostanza definita dall’OSHA, ente statunitense per la sicurezza sul lavoro, una sostanza cancerogena altamente pericolosa. Le polveri sospese nell’aria provocano diverse malattie nell’uomo: allergie e malattie dell’apparato respiratorio in genere. Lo stesso TAR -Tribunale Amministrativo Regionale- della Calabria nel 2009, descrive il petcoke come elemento inquinante e pericoloso. Per questo ci battiamo tanto, per un diritto alla salute, noi non molliamo!”
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