Latina / Smaltimento rifiuti, spunta l’ipotesi Abruzzo

LATINA – La Regione Lazio corre ai ripari contro il riempimento delle discariche. L’emergenza rifiuti è alle porte per Roma. Nonostante il decreto legislativo 152/2006 vieti espressamente il trasferimento dei rifiuti indifferenziati tra regioni in condizioni ordinarie, la Regione Lazio, attraverso la determina della dirigente al settore Mobilità e Rifiuti Manuela Manetti dispone di continuare per un altro anno l’invio di rifiuti in Abruzzo, presso la discarica di Aielli (L’Aquila). “La Regione – si legge nel provvedimento – ha raggiunto la autosufficienza in tema di impianti di trattamento dei rifiuti urbani non pericolosi aventi codice CER 20.03.01 prodotti nel territorio ma, sia per lo scarso margine tra trattato e prodotto, sia per gli effetti dell’incendio avvenuto presso l’impianto TMB di Salario il 02/6/2015 con conseguente temporanea inattività, e sia per l’avvio del Giubileo, nel comune di Roma Capitale potrebbero verificarsi insufficienze ed è pertanto necessario avere impianti immediatamente disponibili”. Recentemente il quantitativo trasferibile è stato innalzato da 110 a 180 tonnellate giornaliere.

Anche per la provincia di Latina il riempimento dell’invaso S8 di Borgo Montello apre nuovi scenari. Il sito era pieno almeno da luglio quando, precauzionalmente, la Regione Lazio ha deciso di bloccarlo. In realtà, come accertato da un blitz della squadra mobile della questura di Latina, la quantità di rifiuti accatastata avrebbe già superato quella consentita di oltre 100.000 tonnellate. Ipotesi che comunque era già stata oggetto di interrogazioni in consiglio regionale da parte del movimento grillino. Nell’incertezza di una destinazione futura per i rifiuti indifferenziati, si è riaffacciato nei giorni scorsi il timore che possa essere utilizzata l’ex cava Cardi di Itri, attualmente destinata ad accogliere solo rifiuti inerti. Ma, l’emergenza, rende possibile anche deroghe che altrimenti non lo sarebbero, come appunto il conferimento in Abruzzo per l’azienda capitolina Ama, scelta “temporanea” meno sostenibile per le distanze dai comuni pontini ma comunque non del tutto escludibile aprioristicamente.

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