GAETA – Si spengono le luci, la festa è finita, lustrini e majorettes vengono riposti nel cassetto, la città ripiomba nell’oblio. L’anno nuovo ripropone vecchi e nuovi problemi, nodi irrisolti, drammi dell’esistenza senza uno straccio di soluzione. Cosa fare? O meglio cosa fa o cosa dovrebbe fare la politica per invertire la tendenza? Il circolo S.E.L. di Gaeta traccia un’analisi generale partendo da un dato incontrovertibile legato all’andamento demografico della città. Ebbene i dati non sono incoraggianti: l’indice di vecchiaia della città è preoccupante, ovvero 224,9 anziani ogni 100 giovani. Numeri che pongono Gaeta al quinto posto di questa particolare classifica che prende in esame i Comuni della provincia pontina. La nostra città è dietro a Comuni come Campodimele, Bassiano Sperlonga, Roccasecca dei Volsci. Nel 2015 la popolazione tra 0 e 14 anni comprendeva l’11,3% della popolazione gaetana; quella tra 15 e 64 anni il 63,2%; quella over 65 il 46,2%. L’età media per la nostra città si attesta sui 46 anni all’incirca. E’ dunque del tutto evidente che occorra progettare ed elaborare un modello di sviluppo commisurato a tale dato. Un modello di sviluppo che sia inclusivo e non esclusivo. Il Circolo SEL di Gaeta prende dunque spunto da tale dato per presentare il suo modello progettuale di crescita che ponga in primo piano la persona, in particolare quelle persone che rischiano di finire nel dimenticatoio, ai margini della società, per tutta una serie di vicissitudini: economiche, sociali, affettive. Occorre pertanto adottare politiche e studiare provvedimenti che favoriscano la crescita, abbassino le disuguaglianze,creino vere opportunità di lavoro, che siano frutto di scelte in totale discontinuità con il passato. Una vera politica di sviluppo non può prescindere da provvedimenti che favoriscono gli “ultimi”, ovvero gli emarginati in genere, i nuclei familiari in difficoltà ( a Gaeta si attestano su 150 famiglie), pensionati, persone con problemi di tossicodipendenza e ludopatia. Non si hanno traccia nella politica perseguita dall’attuale amministrazione di provvedimenti tesi a favorire la mobilità sostenibile, la riqualificazione delle periferie, l’utilizzo di luoghi a fini sociali. Sembra non esserci spazio per l’ascolto dei cittadini organizzati in comitati, sembra non interessi alcunché adottare politiche che abbiano ripercussioni positive in tema di lavoro, ambiente, diritti, giustizia sociale. Occorre pertanto superare l’attuale modello “cortigiano” del rapporto tra cittadino e amministratore della cosa pubblica, un rapporto che così come è strutturato non aiuta a superare la precarizzazione del lavoro, dell’esistenza in genere. Alle politiche degli annunci, della fervida mano pubblica che programma cantieri qua e là (non perché non siano importanti le opere pubbliche) vorremmo che facessero da contraltare altre politiche, quelle che pongono in primo luogo cultura e conoscenza, i veri motori su cui fondare un progetto di sviluppo e crescita vera che migliori la qualità di vita di tutti i cittadini e non di “pochi”. Ecco perché occorre rifondare la grammatica umana nell’educazione e nelle relazioni sociali. La coalizione che si appresterà a governare la città dovrà pertanto riaccendere passioni e ridare slancio per spezzare una diffusa e silente inerzia dei cittadini, sfiduciati e stanchi. Gaeta ha bisogno di un’aggregazione che punti a comporsi non soltanto in vista delle prossime elezioni amministrative ma che ambisce a proseguire il suo percorso anche in seguito, accogliendo e includendo chi nel tempo si è disperso e allontanato dalla politica e che non intende accettare un modello “cortigiano” di potere.
Una coalizione che si presenta alla città con l’ambizione di governare in forte discontinuità con le amministrazioni del passato. Il progetto ha bisogno di cimentarsi con la realtà e di suscitare opportunità e condivisioni. Ad esempio, ed in controtendenza con l’attuale politica di tassazione locale molto elevata, rimodellare la spesa pubblica locale per usi culturali, produttivi ed occupazionali. In tal senso è necessario valorizzare le produzioni immateriali: conoscenza, cultura, arte, scienza, ambiente e paesaggio. Soltanto attraverso questo nuovo disegno “politico” Gaeta potrà riprendere il cammino della crescita e di uno sviluppo privo di diseguaglianze.