SEZZE – Nelle prime ore del mattino, a Sezze e Sezze Scalo, si è conclusa l’indagine “Interessi Zero”, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Latina, che hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare – di cui una in carcere e due agli arresti domiciliari – e il sequestro preventivo d’urgenza di disponibilità finanziarie ammontanti a 1,2 mln di euro nei confronti di una associazione per delinquere radicata sul territorio e finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati di usura, estorsione e abusivo esercizio dell’attività di intermediazione finanziaria.
Le indagini sono state avviate nell’ottobre 2015 a seguito alla denuncia sporta da un operaio di Sezze, esasperato delle pressanti e violente richieste di rientrare nei pagamenti da parte di colui che all’inizio si era presentato come un miracoloso benefattore ma che, alla fine, si è dimostrato un pericoloso aguzzino. Il tutto ebbe inizio quando l’operaio avvertì l’esigenza di acquistare una cameretta per i figli che stavano crescendo ma, non potendo far fronte alla spesa (€ 2.400), su suggerimento di un parente, si era rivolto a un noto “benefattore del posto”, tale Pietro MOROSILLO detto Puppo, pluripregiudicato.
Per il prestito, però, era stato pattuito un piano di rientro diabolico (20% di interessi mensili sulla quota capitale), che ha visto il debito del povero operaio crescere a dismisura e senza apparente fine per 42 mesi, in cui, complessivamente, il MOROSILLO aveva già intascato la cifra di 26000€, acquisito un furgone e tentato di entrare in possesso della busta paga della sua vittima.I Carabinieri del NORM avviavano quindi immediati accertamenti per verificare la veridicità di quanto segnalato dal denunciate. Una meticolosa attività di riscontro presso vari istituti di credito confermava la necessità di procedere allo svolgimento di più penetranti indagini tecniche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti.
Già a fine ottobre gli inquirenti riuscivano a cristallizzare le responsabilità del MOROSILLO sul cui conto, inoltre, emergevano una serie di relazioni sospette che evidenziavano sia l’esistenza di “fiancheggiatori” con il quale il benefattore aveva costituito un’organizzazione stabile e dedita alla commissione di vari reati. In particolare la rete di debitori era tenuta sotto scacco da:
– MOROSILLO, elargitore, con il compito di contattare le vittime, stabilire direttamente i tassi di interesse da applicare di volta in volta, consegnare il denaro anche a mezzo di assegni bancari emessi da altri soggetti nonché di intervenire attraverso la minaccia di ritorsioni in caso di mancato o ritardato pagamento da parte delle vittime;
– IANNARELLI Sestina, riscossore, con il compito di contattare i soggetti destinatari dei prestiti per sollecitare il pagamento degli interessi nonché sovente sostituirsi al marito nel ricevere la consegna del denaro;
– LIBURDI Giuseppe, sollecitatore, con il compito di porre in essere attività estorsive sia a mezzo del telefono sia intervenendo personalmente presso l’abitazione delle persone offese che venivano subdolamente intimorite.
Minacce molto gravi sono state quelle ascoltate in tempo reale dai Carabinieri e che l’organizzazione utilizzava per intimorire il povero operaio ogni qualvolta si trovava in difficoltà e chiedeva la dilazione del pagamento di una rata: “ti spezzo le gambe”, “ ti spacco le cervella”, “ti fatto esplodere la casa con all’interno i familiari”, “ti faccio a pezzi e ti do in pasto ai maiali”, ti “uccido”.
Tra l’altro, durante le indagini emergeva un quadro inquietante che vedeva vittime del giogo dell’organizzazione criminale altri soggetti, anche residenti nel capoluogo oltre che in Sezze e dintorni, evidentemente ancora più intimorite visto che quando sono state ascoltate dagli inquirenti hanno quasi negato tutto e dipinto il MOROSILLO quasi come un amico che li aveva aiutati nel momento del bisogno. Versione dei fatti ovviamente confutata dagli ascolti delle intercettazioni telefoniche che li vedevano spesso costretti a calcoli sommari dell’interesse dovuto. Tra le vittime censite, il caso più inquietante e grave è sicuramente quello di un dipendente pubblico di Sezze, che, affogato dai debiti verso il MOROSILLO, prima si è visto costretto a cedergli la propria casa e poi, paradossalmente, vi è andato ad abitare sotto pagamento di un canone di affitto!
Alle odierne operazioni hanno partecipato n.30 Carabinieri dell’Arma di Latina, Aprilia e Terracina nonché le unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Santa Maria Galeria. Le indagini, che hanno avuto inizio nel mese di settembre 2015 e si sono concluse nel successivo mese di dicembre, sono state dirette dal Sost. Proc. Dott.sa Luigia SPINELLI mentre le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal G.I.P. dott.ssa Laura Matilde CAMPOLI che ha pienamente condiviso la qualificazione dei fatti operata dal P.M. nonché le risultanze della minuziosa attività investigativa che ha permesso di rilevare il fondatissimo pericolo di reiterazione dei reati da parte dei tre membri dell’organizzazione criminale.