FORMIA, PENITRO – “Penitro non tace, fermate questa strage”. E’ stato questo lo slogan che è più volte echeggiato nel corso del corteo e nel successivo sit-in pacifico organizzato dal comitato civico di Penitro per chiedere urgenti ed indifferibili interventi di messa in sicurezza del tratto iniziale della strada regionale 630, la più nota superstrada Formia-Cassino. Si è trattato di manifestazione di protesta organizzata all’indomani della tragica scomparsa di Michela Minchella, la studentessa di soli 22 anni falciata sulle strisce pedonali dopo essere scesa dal un pullman diretto a Cassino. E due zii ed il fidanzato di Michela hanno aperto il corteo insieme alla mamma di una delle cinque vittime degli ultimi anni che sul luogo esatto della tragedia dell’altra sera ha avuto un malore portandosi al petto una cornice che ritraeva il figlio deceduto.
La manifestazione aveva preso il via dalla chiesa parrocchiale di Penitro per concludersi sulle strisce pedonali teatro del tragico investimento dove il parroco, don Cristoforo Adriano – l’unica istituzione presente a questa iniziativa di sensibilizzazione – ha recitato una preghiera in memoria di tutte le vittime di una delle arterie più pericolose, se non la più pericolosa, del Lazio.
Del resto c’erano tantissimi cittadini comuni, oltre un centinaio, che hanno più volte bloccato al traffico, di lunedì mattina, la superstrada perché è intollerabile – hanno detto – che si allunghi questo elenco di morte e di disperazione. E l’assenza di tutte le istituzioni preposte è stata duramente stigmatizzata da Cesare Perretti, storico presidente del comitato civico di Penitro mentre a chiedere urgenti interventi di manutenzione sono stati naturalmente i cittadini, preoccupati del mix che regna in una delle tante periferie di Formia: degrado, abbandono ed incuria.
Saverio Forte