MINTURNO – “Il Castello Baronale deve ritornare in mano ai cittadini. L’ultimo episodio accaduto agli Sbandieratori ‘Le Tre Torri’ rende bene l’idea di quanto l’Ismef si sia appropriata di un bene come l’antico maniero, utilizzandolo come un proprio immobile privato”. Sono le dichiarazioni del giovane ex consigliere comunale Giuseppe Tomao, che non usa mezzi termini e non ha paura di ritorsioni politiche in quanto ormai non si può più attendere per una questione giunta all’inverosimile.
“Sabato scorso – spiega Tomao – il gruppo folk avrebbe dovuto esibirsi a Cava de’ Tirreni ed è stato costretto ad annullare l’esibizione a causa della chiusura del Castello. Per la seconda volta, gli sbandieratori si sono trovati con la serratura del cancello dell’ingresso cambiata, rendendo inutilizzabili le chiavi di loro proprietà. Hanno trovato chiuso e di conseguenza sequestrati i propri beni. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri di Minturno per sincerarsi dell’accaduto. In precedenza, sono stati chiusi anche i servizi igienici destinati al pubblico.
Il commissario prefettizio Bruno Strati si è interessato della questione e relativamente al Castello ha confermato le precedenti decisioni, compresa la storica sede degli Sbandieratori che nessuna amministrazione precedente aveva rimosso, volontà di maggioranze ed opposizioni vista l’importanza del gruppo ‘Le Tre Torri’ che ha portato il nome di Minturno nel mondo, come anche tutti gli altri gruppi di sbandieratori e folkloristici.
Chiedo nuovamente al dott. Strati di intervenire, occupandosi di concludere definitivamente la convenzione con l’Ismef che non ha più validità in quanto l’Università di Cassino è da tempo uscita fuori dalla sottoscrizione.
In questi dieci anni l’Ismef non solo si è appropriata del Castello Baronale, occupando tutte le stanze, ma non ha portato avanti il progetto di riqualificazione dell’ex Sieci su cui si fondava la stessa convenzione. Addirittura non è mai stato presentato un progetto di massima sull’utilizzo e la destinazione dell’ex fabbrica di laterizi e dopo la bella scena della posa della prima pietra con tanto di cerimonia e pranzo nulla si è realizzato. Non vi sarebbero nemmeno più i finanziamenti per proseguire tale progetto, ragion per cui è giunta l’ora che si risolva tale questione e il Castello venga messo di nuovo a disposizione della cittadinanza.
Già in commissione mi ero interessato, opponendomi ad una nuova convenzione perché fino ad oggi questo sodalizio non ha portato quanto sperato per il nostro Comune e per il centro storico. Le aule oggi sembrerebbero prive di computer, non si sa nulla dei nuovi corsi, l’affluenza di studenti non si è vista. Insomma, abbiamo perso dieci anni.
E’ ora – conclude Tomao – di chiudere per sempre questo capitolo e destinare a migliori utilizzi il Castello Baronale. Tante le idee e i progetti che si potranno sviluppare nella storica strutture, quale polo culturale e delle tradizioni minturnesi, in sinergia con le associazioni e i gruppi folkloristici locali, ma per fare ciò bisognerebbe uscire dall’imbarazzo della convenzione con l’Ismef”.
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