CASSINO – Presso l’Aula Magna del Polo Folcara dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale è stato presentato il libro “Il male italiano. Liberarsi dalla corruzione per cambiare il Paese” scritto dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone insieme al giornalista Gianluca Di Feo. Un libro avvincente che descrive la corruzione dilagante nel nostro Paese attraverso un dialogo fra il magistrato ed il giornalista.
Raffaele Cantone indica con semplicità e attenzione – rivolgendosi non solo ai giovani ma anche a tutte le autorità presenti – i vari aspetti del problema e quelle che secondo lui potrebbero essere le possibili soluzioni per combattere una delle terribili piage che sta divorando il nostro paese. Il volume del dottor Cantone è altamente formativo per un giovane giurista dove invita implicitamente il giurista a ricomporre un quadro alla luce del quale deve chiedersi che tipo di giurista e cittadino si vuole essere.
La corruzione – come leggiamo nel suo libro – è il “peccato capitale della democrazia” ma anche per la libertà in senso economico. La corruzione è la dimostrazione della paura dell’altro, del confronto, della competizione, della concorrenza. L’impegno alla lotta contro la corruzione deve diventare un cambiamento di passo, con la consapevolezza che la essa distrugge la concorrenza e va contro l’interesse imprenditoriale (ad esempio).
Per l’università parlare di questo tema, oggetto del libro del dottor Cantone, è molto importante. L’università è sia una pubblica amministrazione – che per prima ha il compito di dare l’esempio di comportamenti virtuosi – che centro di formazione alla legalità. Bisogna incentivare delle pratiche di legalità, indurre il cittadino ad adottare certe condotte. Raffaele Cantone spiega così attraverso alcuni esempi perché la corruzione è un male e bisogna combatterla.
Che cos’è giuridicamente la corruzione? si domanda Cantone. “La corruzione è un reato plurisoggettivo, dice la dottrina ‘un reato-contratto’, dove due soggetti si mettono d’accordo per ottenere un medesimo obiettivo. Il corrotto, quello di avere un utilità dall’esercizio della sua funzione e il corruttore, dall’avere un vantaggio da parte del corrotto”.
La corruzione è uno strumento che consente di operare ed è un danno che va contro la Pubblica Amministrazione. La corruzione è uno strumento anticoncorrenziale per eccellenza, e tutela chi ha paura di confrontarsi. Nei Paesi con il più alto tasso di corruzione, vi è un collegamento diretto tra quantità di investimenti in ricerca e tasso di corruzione, maggiore è quest’ultimo minori sono gli investimenti di ricerca.
Vi è inoltre un collegamento diretto fra Paesi con alto livello di corruzione e fuga dei cervelli. Ciò vuol dire che la corruzione fa danno non solo alla Pubblica Amministrazione ma anche ai cittadini. Bisogna a questo proposito provare a capovolgere l’idea della corruzione come reato contro la Pubblica Amministrazione. Nel nostro Paese abbiamo pensato a lungo tempo che la lotta alla corruzione è un compito che spetta a magistrati e forze dell’ordine.
La corruzione è forse uno dei reati più difficili da scoprire, perché è un reato d’accordo tra due soggetti. Chi dei due ha interesse a far emergere un elemento che coinvolgerebbe entrambi? Nessuno. La repressione viene in ritardo e secondo alcune peculiarità I reati di corruzione vengono sistematicamente scoperti eseguendo indagini che nulla hanno a che vedere con la corruzione (vicende di infedeltà coniuga ad esempio).
Prendendo il caso della prima moglie di Mario Chiesa, che nel ‘ 92, lo odiò a tal punto da raccontare e consegnare al pool Mani Pulite le chiavi dei suoi conti rovinandolo del tutto. Questo è un caso che dimostra quanto è difficile l’indagine sulla corruzione.
La logica delle prevenzione è quella di provare a mettere gli anticorpi nel sistema, creando una serie di regole che rendono la corruzione più complicata. Il nostro sistema ( con la legge Severino d.lgs n.235/2012) ci sta provando che ha introdotto i piani di prevenzione alla corruzione. Un meccanismo importante è quello della trasparenza che rappresenta un principio costituzionale fondamentale (prevista nel d.lgs 33/2013).
Il dottor Cantone conclude dicendo che “I cittadini devono fare la loro parte solo se sanno e sono informati e se a loro è data la possibilità di sapere cosa fanno i loro enti. I cambiamenti che ha avuto il nostro Paese nella lotta alla mafia sono senza precedenti. Oggi la mafia non è stata sconfitta, ma è molto cambiata grazie alla magistratura e alla forze dell’ordine che hanno alzato i livelli. La lotta alla mafia deve essere una battaglia di tutti con una rivoluzione culturale”.
Angelica Rotondo
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