GAETA, PORTO – La riconferma di Pasqualino Monti alla guida dell’autorità portuale è in bilico a seguito di un’interrogazione parlamentare del movimento 5 stelle. Il commissario straordinario era atteso domenica nella saletta verde dell’hotel Serapo, ma al suo posto è arrivato invece il fondatore del network dei porti di Roma e del Lazio Gianni Moscherini. Un’assenza che non è passata inosservata, proprio perchè il convegno doveva celebrare l’importanza del rilancio del porto come volano del futuro economico della città. Mancava però il principale interlocutore, quello deputato a spingere lo start nella stanza dei bottoni. In realtà Monti all’appuntamento sarebbe dovuto arrivare con il suo incarico rinnovato per altri sei mesi già in tasca. La scadenza del primo semestre era infatti fissata per il 23 gennaio, ma ad una settimana di distanza il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano del Rio non ha ancora preso alcuna decisione. Secondo i bene informati avrebbe chiesto un parere all’avvocatura dello stato sui tanti vulnus che hanno caratterizzato il mandato del manager di Ischia, la cui carriera, interna all’ente, gli aveva fin qui consentito di balzare da dirigente a presidente dell’ente, per poi diventarne commissario. Ma a bloccarlo non sarebbero l’inchieste giudiziarie, ma anche la scure della corte dei conti, ripresa con dovizia di particolari dall’interrogazione a firma dei deputati Diego De Lorenzis, Nicola Bianchi e Paolo Nicolò Romano. Dopo un’analisi sulla caduta libera dei traffici delle merci e dei passeggeri (in particolare si parla di un vistoso calo delle merci nei porti di Gaeta e Fiumicino), entrambi i documenti chiedono conto al ministro se si è provveduto a valutare la doppia posizione contributiva di Pasqualino Monti.
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
dalla determinazione e dalla relazione del 4 dicembre 2015, n. 121, sul risultato del controllo eseguito dalla competente sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti in ordine alla gestione finanziaria dell’autorità portuale di Civitavecchia emergono molteplici dati negativi in merito ai risultati economici:
a) si registrano andamenti decrescenti nei volumi di traffico sia per quanto attiene i volumi delle merci, sia per quello dei passeggeri. Tra il 2011 e il 2014 i volumi delle merci nel loro complesso sono passati da 19 milioni di tonnellate a circa 15,5 milioni, con un vistoso calo del volume delle merci dei porti di Fiumicino e Gaeta piuttosto che di Civitavecchia. Il traffico passeggeri che riguarda sostanzialmente il porto di Civitavecchia ha subito nel periodo in esame un progressivo decremento, più accentuato nel 2014, con una riduzione del 20 per cento rispetto al 2011. La riduzione riguarda soprattutto i passeggeri di linea (–25 per cento rispetto al 2011) a causa degli effetti della crisi economica che ha condizionato i traffici verso la Sardegna e la Sicilia;
b) la riduzione dei volumi di traffico si è tradotta anche nei risultati di gestione che peggiorano;
c) l’avanzo di amministrazione nel 2014 si è dimezzato rispetto al valore del 2012 (9,1 milioni rispetto ai 18,1 milioni di euro). Anche l’avanzo economico pari a 15,4 milioni nel 2012 si è dimezzato nel 2013 (8,6 milioni) e si è sostanzialmente annullato nel 2014 (euro 189,1 migliaia). Anche il valore della produzione si è ridotto del 10 per cento, mentre i costi della produzione nello stesso periodo si sono incrementati del 10 per cento;
dalla citata relazione emergono altresì dati negativi anche in relazione alla gestione dell’autorità:
a) trasferimento di quote sociali tra soggetti privati in una società partecipata dall’autorità portuale e concessionaria di un servizio di interesse generale con un corrispettivo economico che si è fortemente incrementato ed è stato introdotto un livello minimo garantito, implicando l’opportunità di effettuare una gara ad evidenza pubblica per un nuovo affidamento del servizio, anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, del 18 dicembre 2009, n. 8376;
b) accordo di collaborazione stipulato tra il comune di Civitavecchia e l’autorità portuale per un contributo complessivo decennale a carico dell’autorità di 2 milioni di euro annui a fronte di una serie di attività svolte dal comune attinenti al trasporto e decoro urbano;
c) la circostanza che l’autorità portuale abbia acquistato dei terreni da inserire nell’ambito della disponibilità della stessa, senza aver seguito l’iter previsto dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 16 marzo 2012 e senza aver proceduto alla demanializzazione dei terreni, procedimento questo avviato solo dopo l’acquisto del bene e su sollecitazione del Ministero vigilante;
d) il mancato recupero delle somme erogate al personale negli anni 2011-2013, in difformità dalle disposizioni dell’articolo 9, comma 1, del decreto-legge n. 78 del 2010;
e) l’esito della verifica ispettiva condotta dall’IGF-RGS del Ministero dell’economia e delle finanze che ha evidenziato tra l’altro l’assunzione di personale senza le procedure di reclutamento del personale previste per le amministrazioni pubbliche, a seguito della quale l’autorità portuale ha adeguato la propria azione con l’approvazione di un regolamento coerente con tale disciplina;
nella citata relazione si dà specifico conto di circostanze riguardanti il residente dell’autorità portuale, dottor Pasqualino Monti, che, nominato con decreto ministeriale del 7 giugno 2011, dopo il periodo di prorogatio, a far data dal 23 luglio 2015, è stato nominato commissario straordinario;
si richiama la circostanza che il compenso del presidente non fosse conforme ai criteri indicati dal decreto ministeriale 31 marzo 2003, motivo per il quale era necessaria la rideterminazione dello stesso in conformità a tale decreto; ci sarebbe stata inoltre una doppia contribuzione previdenziale a favore del residente e dirigente della stessa autorità portuale: sul primo profilo, si rileva che nel periodo esaminato il compenso del presidente è stato determinato nella misura prevista dal decreto ministeriale, corrispondente al trattamento economico fondamentale per i dirigenti di prima fascia del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ma moltiplicato per il coefficiente 2,6 (anziché 2,2) ritenuto dal collegio dei revisori non conforme ai criteri di legge. Sul secondo profilo, si rileva che il presidente/Commissario è stato posto in aspettativa senza assegni a far data dalla sua nomina a presidente, ma mantenendo la corresponsione dei contributi previdenziali ed assistenziali riferiti alla precedente posizione di dirigente dell’ente, in contrasto con l’articolo 3, comma 44, della legge n. 244 del 2007 –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti indicati in premessa e quali iniziative intendano intraprendere al fine di tutelare il regolare e buon andamento dell’autorità portuale di Civitavecchia, anche valutando la rimozione dall’incarico del dottor Pasqualino Monti, alla luce dei risultati negativi accertati in termini economici e di gestione;
se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, abbiano provveduto e vigilato sulla rideterminazione del compenso e sulla sospensione della errata contribuzione previdenziale in favore del presidente/commissario, dottor Monti, sollecitando la quantificazione delle somme eccedenti, e se intendano agire per la restituzione delle somme corrisposte in eccesso, segnalando dette vicende alla procura della Corte dei conti per il perseguimento delle relative eventuali responsabilità, anche a titolo di danno erariale. (5-07432)
Certo per gli equilibri politici di Gaeta una eventuale “rimozione dall’incarico” (rectius: mancata riconferma) di Pasqualino Monti rappresenta una vera e propria scossa. L’attuale amministrazione comunale ed il sindaco Mitrano stesso, hanno scommesso molto in questi anni sulla sinergia con l’autorità portuale, non facendo mancare il proprio appoggio nel comitato portuale di Civitavecchia. Inaugurando così una stagione ben diversa da quella della precedente consiliatura targata Raimondi. La luna di miele ha visto arrivare a Gaeta fondi (oltre 10 milioni di euro) per le rotonde e per il lungomare, mentre invece l’intervento dell’onorevole Conte, presidente della commissione finanze, riusciva a dirottare a Gaeta i fondi per 33 milioni per completare le opere portuali (lavori tuttora in corso).
Ma la “vacatio” della guida dell’autorità portuale per il territorio pontino deve essere letta anche alla luce della nuova legge. Nel nuovo comitato portuale di Civitavecchia, i cui membri si conteranno sul palmo di una mano contro la trentina attuale, non figurerà più il sindaco di Gaeta, mentre sarà più facile per gli altri comuni che ne abbiano i requisiti chiedere l’ingresso nel network, come del resto sta avvenendo nelle altre autorità portuali di tutta Italia. Tra questi c’è Formia, che aveva avanzato la richiesta in base al traffico passeggeri, ma altrettanto potrebbe fare anche Terracina.
L’autorità di Civitavecchia ha rappresentato in Italia il primo esempio di governance a più teste, salvo poi l’accentramento a Civitavecchia. Ora le cose potrebbero cambiare con una reale autonomia amministrativa dei singoli porti ed una commissione consultiva i cui atti siano più incisivi. Forse, chissà, anche il protocollo degli atti potrebbe tornare presso gli uffici di via Lungomare Caboto. Nulla comunque, questo è certo, sarà come prima.