Monte San Biagio / In occasione della festa del Santo Patrono la tradizionale benedizione del pane

MONTE SAN BIAGIO – In occasione dell’annuale festa liturgia di San Biagio, Vescovo e Martire, nell’anno giubilare della misericordia, a Monte San Biagio, nell’arcidiocesi di Gaeta, alla vigilia della festa del santo patrono dell’importante comune tra Fondi e Terracina, si svolgerà a conclusione della messa delle ore 18,30 il solenne rito della benedizione del pane di san Biagio, che il padre predicatore di questi giorni, padre Antonio Rungi, missionario della comunità passionista del santuario della Civita, ha definito il “pane del perdono, della riconciliazione e della misericordia”.

Padre Antonio Rungi

Come è tradizione, insieme alla benedizione e all’unzione con l’olio di San Biagio, che, come è moto è protettore dei mali della gola, avendo sottratto ad una morte certa, un bambino che stava morendo soffocato, per una lisca di pesce che era rimasta bloccata alla gola, si benedice il pane di San Biagio. La confezione di tale pane è davvero significativa, perché viene prodotto in varie forme e con vari elementi decorativi. Il pane che si produce in quantità enorme, viene portato in chiesa con cesti, dalle persone che lo fanno, poi benedetto ed infine distribuito in base ad alcune idee fondamentali di sacralità e di solidarietà: un pezzetto di pane viene mangiato dopo il segno della croce e recitata un’apposita preghiera, nella festa del santo patrono che è il 3 febbraio; ma soprattutto viene portato alle persone ammalate, alle persone care, agli amici, conoscenti e soprattutto persone con le quali non ci sono buoni rapporti umani o con le quali si sono interrotte le relazioni di amicizia, rispetto e collaborazione.

Da qui lo slogan per quest’anno giubilare della misericordia di definire e soprattutto d distribuire il pane benedetto di San Biagio con la finalità del perdono, della riconciliazione e della misericordia. Già i vari forni della cittadina laziale sono in piena attività per produrre il pane di san Biagio, già in tantissime famiglie, ove ancora si possiede il forno a legna e si usa fare il pane come i tempi antichi, sono all’opera per fare il pane di San Biagio, portarlo in chiesa, farlo benedire e poi distribuirlo a chi è nella necessità. Ieri sera, il parroco di Monte San Biagio, don Emanuele Avallone, a conclusione della santa messa officiata dal padre predicatore, il teologo morale padre Antonio Rungi, passionista, autore, tra l’altro di un’importate e apprezzato sussidio sull’anno giubilare, ha ricordato ai fedeli questa bellissima tradizione sollecitando una speciale attenzione al significato che il pane di San Biagio ha quest’anno, quello appunto della “misericordia, della riconciliazione e del perdono reciproco”, come lo ha definito e battezzato padre Antonio Rungi.

Intanto in questi giorni prosegue il novenario di predicazione in preparazione della festa del 3 febbraio, iniziato con le riflessioni di padre Giuseppe Comparelli, della comunità passionista di Falvaterra, continuato da don Emanuele Avallone e che padre Antonio Rungi concluderà, predicando nel prossimi giorni, dopo aver offerto la sua prima meditazione, al numeroso gruppo di fedeli, presenti in Chiesa, ieri sera, 29 gennaio, 2016. Il sacerdote ha parlato di San Biagio come santo della Misericordia, rapportandolo alla vita esemplare di Maria, Madre della Misericordia, che ha espresso la sua attenzione verso gli altri in due momenti particolare; nella visita a Santa Elisabetta e alle Nozze di Cana. “La misericordia –ha detto padre Antonio Rungi- ha un solo nome; l’amore e la solidarietà verso gli altri; per cui non c’è misericordia se non pratichiamo le opere di misericordia, tra cui una fondamentale è quella di dare da mangiare agli affamati.

Il pane di San Biagio deve sfamare la fame di Dio e con le opere di bene e di carità venire incontro alle necessità dei fratelli e delle sorelle di qualsiasi razza, cultura e religione che hanno bisogno del nostro aiuto. San Biagio è un santo universale, valido per la cultura orientale e occidentale, in quanto il suo è l’amore e la solidarietà nel nome del Signore, per il quale non ha avuto paura di affrontare il martirio ed offrire la sua vita per la causa del Vangelo. A 1700 anni dal martirio di questo grande santo e nell’anno giubilare della misericordia, siamo tutti chiamati a modellare la nostra esistenza su questo santo dell’amore e della carità verso Dio e verso i fratelli”. Il martire San Biagio è ritenuto, infatti, dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l’occidentale Costantino e l’orientale Licinio. Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), da cui si è diffuso il culto e la devozione in Italia e nel mondo. L’attuale Comune di Monte San Biagio, lo elesse a suo patrono e protettore nel 1862.

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