GAETA – Si è conclusa questa mattina con la cerimonia dell’ammainabandiera la tre giorni rievocativa dell’assedio del 1861. A pochi giorni dalla ricorrenza della resa (13 febbraio 1861) firmata dal re Francesco II di Borbone, oltre una ventina di movimenti, gruppi ed associazioni, tra cui il Sacro Militare Ordine Costantiniano, si sono incontrati per ammirare le vestigia storiche della “seconda capitale del regno” e discutere di temi politici, economici e pubblicitari e di promozione.
Dalla Sicilia all’Abruzzo, da Napoli a Foggia almeno 300 turisti hanno soggiornato in città partecipando ai convegni in programma presso l’hotel Serapo ed ai tour illustrativi. Particolarmente suggestivo lo spettacolo notturno sui bastioni di Carlo V, riaperti dopo 35 anni e visitabili con una passeggiata che affaccia sulla spiaggia di Serapo. “Nessuna rivendicazione politica – hanno precisato più volte gli organizzatori, ma il recupero di un’identità culturale che rischia altrimenti di andare perduta”. La parola d’ordine è stata, insomma, “revisionismo storico” e, a supportarla, non poteva essere che Pino Aprile, giornalista e scrittore autore del best seller “Terroni”. Ed in prima fila, tra le autorità, non poteva mancare Antonio Ciano, l’ex assessore che portò con il suo movimento nel consiglio comunale della città “fedelissima” una richiesta di risarcimento danni allo stato italiano, poi sfumata. La nuova amministrazione, guidata dal sindaco Cosmo Mitrano, ha sposato invece la tesi “identitaria”. “Benvenuti nella vostra città” – ha accolto calorosamente i neo borbonici, promettendo la realizzazione di un museo sull’assedio di Gaeta e sulla dinastia dei Borbone il cui primo tassello potrebbe essere costituito dalla mostra su Carlo di Borbone curata da Cesare Lanza nel terzo centenario dalla nascita del sovrano del Regno delle Due Sicilie.
L’intero programma, giunto alla venticinquesima edizione, è stato preceduto venerdì mattina dalla commemorazione delle vittime dell’esplosione della “Cortina a denti di sega Sant’Antonio”. Il 5 febbraio 1861, a seguito di un bombardamento con i “cannoni rigati”, perirono oltre 100 militari tra cui il generale Francesco Traversa, seppellito nel sacrario borbonico recentemente creato presso la basilica cattedrale di Gaeta, ed alcune centinaia di civili. “Onoriamo questi caduti – ha detto l’assessore Raffaele Matarazzo, intervenuto presso la porta di Carlo V – perché hanno dato la vita per la libertà”. Durante la cerimonia di venerdì, curata ininterrottamente da 55 anni dall’Associazione Nazionale ex Allievi della Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli, sono intervenuti Giuseppe Catenacci, Francesco Maurizio Di Giovine ed il delegato Smoc Franco Ciufo. Presentata anche una pubblicazione su Maria Cristina di Savoia.
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