FORMIA – E’ ad una svolta il processo per il delitto di Mario Piccolino, l’avvocato blogger ucciso il 29 maggio dello scorso all’interno della sua abitazione in via della Conca a Formia. La posizione dell’omicida reo confesso, il 60enne Michele Rossi, è al centro di una “guerra” di perizie che sta caratterizzando il processo iniziato con il rito abbreviato davanti il Gip del Tribunale di Cassino Donatella Perna.
Il perito del Tribunale, la psichiatra Annarita Tomassini, ha più volte ribadito la piena capacità di intendere e di volere di Rossi che per motivi di risentimento – legato ad un vecchio contenzioso in sede civile, al termine del quale risultò soccombente,relativamente al possesso di una grotta sull’isola di Ventotene – sparò due colpi ravvicinati all’indirizzo di Piccolino.
Il difensore dell’imputato, l’avvocato Andrea Di Croce, sostiene che le risultanze della dottoressa Tomassini sono frutto di due soli incontri con Rossi a differenza di quanto ha scritto la psicologa del carcere di Cassino che, dopo 18 colloqui, ha notato nel 60enne di San Cosma e Damiano un disturbo schizzoide. Tesi, questa, ribadita naturalmente dal perito di parte, il noto criminologo Francesco Bruno. Da qui la richiesta, accolta, di sentire di nuovo la dottoressa Tomassini nell’udienza in programma martedì pomeriggio per fornire ulteriori delucidazioni sulla propria perizia.
La portata della deposizione della Tomassini potrebbe risultare determinante i tempi e per l’esito finale del rito abbreviato nei confronti di Rossi che rischia la condanna all’ergastolo e, nella migliore delle ipotesi, a quella a trent’anni di carcere.
Saverio Forte