MINTURNO – Si dovrà attendere il prossimo 10 marzo per ascoltare la sentenza del processo d’appello sul caso Ego Eco di Minturno. Il giudice, infatti, si è riservato per poter leggere con attenzione tutta la documentazione e potrebbero esservi delle repliche del procuratore generale.
Le ultime due udienze sono state dedicate alle discussioni delle difese. Sono sfilati al banco degli imputati l’ex sindaco di Minturno, Pino Sardelli, difeso dagli avvocati Antonio Fasolino e Massimo Perrino; l’ex consigliere regionale ed ex presidente del consiglio di Minturno, Romolo Del Balzo (difeso dall’avvocato Massimo Signore); gli ex dipendenti della Ego Eco, Liberato De Simone (avvocato Silvio Fusco), Gerardo Ruggieri (avvocato Giancarlo Ciufo), l’ex responsabile del servizio Carmine Violo (avvocato Camillo Irace e Mario Signore), l’ex dirigente comunale Anacleto Fini (difeso dall’avvocato Giovambattista Coviello) e i responsabili della Ego Eco Vittorio Ciummo (difeso dall’avvocato Tiddi), Augusta Ciummo e Antonia Anna Romano (entrambe difese da Angelo Palmieri e Maria Letizia Casale).
Al termine della requisitoria, il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne di tutti gli imputati eccetto di Vittorio Ciummo, rinviando gli atti alla Procura di Latina. E’ stato infatti accolto uno dei motivi d’appello da parte dell’avvocato difensore Oreste Palmieri, relativo a questioni procedurali.
Il 17 luglio 2013 il giudice del Tribunale di Gaeta, Carla Menichetti, emise una sentenza con condanne pesanti come macigni per truffa ai danni dello Stato e frode in appalti pubblici, a vario titolo, che prevede nello specifico:
Romolo Del Balzo, condannato a 5 anni con interdizione perpetua dai Pubblici Uffici e pagamento di una multa di 2600 euro; Vittorio Ciummo, condannato a 5 anni con interdizione perpetua dai Pubblici Uffici e multa da 3000 euro; Pino Sardelli, condannato a 3 anni con 2 anni di interdizione dai Pubblici Uffici e 1500 euro di multa; Carmine Violo 3 anni e 1500 euro di multa; Anacleto Fini 2 anni e mezzo e 1500 euro; Augusta Ciummo 2 anni e mezzo e 2000 euro; Anna Antonia Romano 2 anni e 1500 euro; Gerardo Ruggeri 2 anni e 6 mesi e 2500 euro; Liberato De Simone 3 anni e 6 mesi e 2000 euro. Tutti gli imputati hanno inoltre ricevuto la condanna all’interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione.
Furono invece assolti per non aver commesso il fatto gli impiegati comunali Michele Camerota e Giuseppe Papa.
Una sentenza di quella che è stata forse la più grande inchiesta su questioni amministrative degli ultimi tempi non solo a livello locale ma anche provinciale. Secondo la pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, i condannati avrebbero agito in danno del Comune di Minturno nell’ambito dell’esecuzione dell’appalto per la gestione della raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade, “fingendo” di effettuare la raccolta differenziata.