FORMIA – La Croce Rossa Italiana prosegue nell’impegno di assistenza quotidiana presso il villaggio dell’accoglienza e della solidarietà di Molo Vespucci. (Formia). Ogni notte i volontari del comitato Sud Pontino assistono dai dieci ai quindici senzatetto offrendogli non solo un riparo dalle intemperie ma anche un luogo poter tentare di riprendere il filo, spesso smarrito, della propria esistenza. Si comincia dalle necessità più elementari, quelle riguardanti aspetti del proprio corpo spesso trascurato e bisognoso di cure dopo interi periodi passati all’aperto. Ci sono poi aspetti ben più complessi che riguardano la persona ed il tentativo di reinserirla in una vita “normale”, inizialmente attraverso la routine della comunità ed in seguito, attraverso una serie di colloqui, nel riprendere i contatti interrotti con i propri familiari.
I senzatetto assistiti presso il villaggio – grazie all’interessamento fattivo del comune di Formia che ha promosso il progetto rendendolo concretamente possibile ed ai tanti singoli cittadini ed aziende che stanno aiutando a portarlo avanti con il proprio silenzioso contributo – arrivano alla struttura di propria spontanea volontà o sono indirizzati durante i giri ciclici che i volontari compiono nei luoghi dove sono soliti chiedere l’elemosina, accamparsi per la notte o comunque trovare riparo.
Durante questi tentativi di approccio, le “Unità di strada” di C.R.I. che operano nell’intero Sud Pontino attraverso le sedi di Formia, Gaeta, Minturno e Castelforte, si sono imbattuti in diversi casi di difficile soluzione. Tra questi il caso della clochard bulgara “Boby”, di cui gli stessi media sono stati testimoni e quello di un altro disabile di Mondragone, con problemi fisici evidenti.
“Nonostante le difficoltà iniziali – ha detto il commissario del comitato locale C.R.I. Sud Pontino Emilio Donaggio – siamo riusciti a recuperare entrambe le situazioni, riuscendo dapprima ad ottenere la fiducia dei due soggetti, riuscendo a trarre dalle amarezze subite il giusto spunto input per ricongiungerli con gli affetti troncati”.
“Purtroppo non sempre è possibile giungere a questo tipo di risultati. La nostra missione, basata sul dialogo e la costruzione di relazioni interpersonali che vanno ben al di là dell’impegno quotidiano nella gestione del villaggio ci spingono ad entrare in contatto con realtà estreme. Si tratta di soggetti con difficoltà psichiche e relazionali che rifiutano ogni tipo di aiuto. Ci sono poi quelli in transito nella nostra città, che giungono con gli ultimi treni nel cuore della notte e ripartono la mattina seguente. Dinamiche che ben conosciamo e seguiamo pazientemente, con la speranza, ogni giorno, che qualcuno possa maturare propositi di reinserimento o comunque sia semplicemente disponibile a farsi aiutare. L’unica arma delle unità di strada e di tutto il personale di C.R.I., è infatti esclusivamente il dialogo ed il rispetto della persona nella sua interezza, compresi i suoi momenti di vita intima. Ai volontari di C.R.I. ed alle infermiere ausiliarie delle forze armate – conclude Donaggio – va la mia personale gratitudine per le tante nottate insonni trascorse al villaggio, sempre pronti e disponibili a dare il proprio sostegno ai più deboli”.