GAETA – “Economia del Mare, lavoro, professionalità e sicurezza” è il titolo del convegno che ha tenuto incollati alle sedie della sala conferenze del club nautico di Gaeta diverse centinaia di persone giunte da tutto il golfo. Tematiche importanti quali il collegamento con le isole pontine e la gestione della Laziomar, la sicurezza del pontile petroli, la situazione degli allievi e delle categorie iniziali per quanto riguarda l’inserimento professionale; le normative sulla certificazione IMO-Manila 2010. Ma la complessità non ha affatto diminuito l’attenzione degli uditori a cui si sono rivolti Giacomino Leccese e Aurelio Marzullo (A.Ma.Re) Gaeta, Luigi Gallo (portavoce m5s alla camera dei deputati), Sergio Puglia (portavoce m5s al senato), Silvana Denicolò (consigliere regione Lazio m5s), Laura Vallucci responsabile m5s meet – up Gaeta.
Scottante quanto emerso dalle relazioni. Innanzitutto per quanto riguarda la sicurezza del pontile petroli. L’accordo per i nuovi turni di lavoro, tra la società che gestisce i rimorchiatori ed i suoi dipendenti, i cui termini erano stati già anticipati in un precedente articolo di Temporele.info, è stato infatti siglato il 10 febbraio. Prevede l’alternanza di quattro squadre, con il risultato che gli equipaggi, composti da sole tre persone, dovranno rimanere in servizio obbligatoriamente per 24 ore consecutive contro le 12 previste dalla legge. In pratica si è escogitato il sistema del riposo a bordo a turno, anche se i tre svolgono mansioni diverse tra loro.
Lo stesso equipaggio torna ad essere reperibile solo 12 ore dopo. Laura Vallucci ha illustrato una serie di incidenti successi in Italia. Attualmente il rimorchiatore in servizio è uno solo, mentre ne è disponibile un secondo “a chiamata”, considerando possibili emergenze nel vicino porto commerciale. Per i 5 stelle la petroliera deve essere delocalizzata sfruttando un vecchio campo boe esistente o comunque riallestendo le condotte sullo stesso tracciato.
Altro punto importante affrontato sono state le disfunzioni del servizio di Laziomar. In particolare alcuni cittadini di Ponza hanno fatto presente come solo su due delle navi attualmente in servizio lavori personale in forza precedentemente alla privatizzazione. Le altre due unità navali che assicurano i collegamenti, prese a noleggio, sono invece “già armate” con lavoratori di altre compagnie. Una situazione che lascia “a terra” decine di marittimi del golfo che si trovano ad essere chiamati a turno.
“Ultimante – ha detto il senatore Puglia – in commissione lavoro e previdenza di cui sono membro è stata recepita la direttiva europea sulla sicurezza del lavoro. Noi non possiamo presentare emendamenti ma dare pareri al decreto legislativo per chiedere al governo di fare o non fare alcune cose. Nel parere, sono riuscito ad inserire una serie di problematiche mai prese sul serio”.
“Nella mozione che abbiamo preparato – ha detto Gallo – ci sono almeno sei punti riguardanti il lavoro marittimo. Per prima cosa chiediamo al governo che si superino le discriminazioni messe in atto attraverso una serie di decreti pregressi ma anche prossimi ad arrivare sul riconoscimento della figura del lavoratore marittimo per le varie categorie (convenzione Manila) che definisce tutta una “corsa ad ostacoli” ed “a pagamento” per il lavoratore che comporta il privilegio di soggetti di altri paesi perché lì le norme sono più semplici. Chiediamo dunque che non vi siano discriminazioni dei lavoratori italiani. Seconda cosa la legge prevede un osservatorio dei lavoratori marittimi, ma non è mai stata applicata. Terzo: età pensionabile. È un lavoro usurante e l’età di pensionamento va abbassata. Quarto: definire un salario minimo. Quinto: i raccomandatari. Ricevono un introito per ogni lavoratore che raccomandano. Credo invece che il loro guadagno debba essere commisurato al salario del lavoratore. Così aumenterà la qualità dei soggetti assunti”.
Infine è stata sviscerata la nuova normativa sugli imbarchi. Chi ha un diploma, nonostante abbia studiato per 5 anni, deve affrontare una serie di corsi. La nuova normativa non consente un imbarco immediato e ad aggravare la situazione c’è anche la concorrenza della forza lavoro straniera che, come emerso da alcune testimonianze, sembrerebbe essere “facilitata” nell’ottenimento di certificazioni. Un accordo tra le sigle sindacali e Confitarma raggiunto nello scorso luglio stabilisce che un allievo ufficiale (imbarcato in soprannumero rispetto alle tabelle di sicurezza) vada a bordo per la modica cifra di 650 euro, ma non è chiaro poi se sia stato attuato.
Commovente l’intervento di un alunno del nautico. “Quando usciremo di qui non sappiamo se troveremo lavoro… dopo tanto studio mi toccherà passeggiare sui marciapiedi di Gaeta….”