Formia / Jazzflirt, una serie di incontri sulla canzone americana: dai teatri di Broadway al Jazz

FORMIA – Con una serie di appuntamenti sui primi songwriters americani, Kern, Berlin, Gershwin, Cole Porter, Rodgers, l’Associazione JAZZFLIRT-MUSICA & altri Amori, in collaborazione con l’Associazione KOINE’ salottoculturale, dà inizio alle sue attività per l’anno 2016.

Aspettando, quindi, quella che sarà la XII ed. del Jazzflirt festival, l’associazione ha accolto con piacere la proposta e la disponibilità della nota cantante, docente e scrittrice formiana Giuppi Paone di tenere una serie di incontri su “La Canzone americana”, ossia l’influenza della canzone popolare americana e dei compositori per i musical di Broadway e nel jazz.

Un’ampia panoramica sulle standard songs, che racconta la nascita di Broadway e dei suoi teatri, attraverso la vita e le avventure dei suoi primi maggiori compositori, l’analisi degli stili caratteristici, delle forme e delle sequenze ritmiche, melodiche e armoniche, e infine delle interpretazioni storiche per un repertorio evergreen che a tutt’oggi costituisce salda ossatura, patrimonio comune e quotidiana palestra dei jazzisti (e non solo) in tutto il mondo.

Cinque appuntamenti con ascolti, video, chiacchiere, e con la partecipazione di giovani musicisti e cantanti, che si terranno nei locali sede dell’ass.ne KOINE’ salottoculturale, inFormia alla via Lavanga n.175, gentilmente messi a disposizione per questa iniziativa. Primo appuntamento venerdi 4 marzo alle ore 19.00.

Dopo poco meno di cent’anni dalla nascita delle prime song, che sarebbero poi diventate tra le canzoni più interpretate nel corso del Novecento, Giuppi Paone ricostruirà accuratamente la storia di questi affascinanti temi sonori, canzoni caratterizzanti l’intera vicenda della musica americana del secolo scorso.

Questi motivi sono entrati ben presto a far parte del patrimonio melodico e armonico familiare ai musicisti jazz di tutto il mondo, che ne hanno tratto diverse interpretazioni e dato molteplici letture nel corso della storia. Si sviluppa così il concetto proprio di “standard”, ovvero un “classico”, un evergreen, una composizione che i jazzisti hanno amato e riproposto sino ai giorni nostri. Tale circostanza avvenne soprattutto nel momento in cui, nei primi decenni del Novecento, il jazz, ancora digiuno di un proprio repertorio basato essenzialmente su blues e ragtime, si indebitò nei confronti di Broadway.

Gli incontri non sono concepiti solo per gli amanti del jazz, né tanto meno per gli esperti, ma piuttosto per chiunque sia curioso di sapere cosa si nasconda dietro queste canzoni. Incontri divulgativi e accessibili a tutti – infatti si parlerà di musica senza alcun tecnicismo – e allo stesso tempo molto dettagliato. L’ambizione dell’artista e dell’associazione è difatti quella di stimolare chi già conosce la storia di questi brani, ma anche di attirare il semplice appassionato, che grazie anche ai consigli per l’ascolto, viene scortato verso questa affascinante rassegna del repertorio musicale statunitense.

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