ITRI – Il circolo PD di Itri ha emanato un comunicato stampa in merito allo scenario sempre più affollato di candidati a sindaco in vista delle prossime elezioni comunali:
“Non ce ne voglia Pirandello, ma di fronte alla continua proliferazione di candidati a sindaco ed alla altrettanta velocità con la quale essi vengono sacrificati, mai titolo risulta più appropriato. La situazione da romanzata è diventata realtà e alla fine la vittima vera sarà il nostro Paese. Il primato spetta sicuramente a Forza Italia- UDC (o meglio a quella parte di UDC che ancora oggi si dimostra intransigente verso il suo stesso partito) i quali, presentatisi qualche mese fa con un patto definito “di ferro”, hanno già bruciato cinque nominativi.
Qualcuno addirittura due volte. Fatto è che oggi spiccano manifesti di un “candidato senza bandiera”, sul quale si è consumata la spaccatura finale tra FI e UDC. Anche se noti a tutti per il modo con cui si sono presentati alla cittadinanza, preferiamo tralasciare i nomi, poiché per noi la dignità delle persone continua ad essere un valore. Questo anche se a volte sono state vittime delle loro stesse ambizioni e quasi sempre della spregiudicatezza di chi li ha usati. C’è poi tutta un’area popolata da singole individualità, o meglio comitati elettorali, che si sentono più che mai legittimati a pretendere la carica di primo cittadino. Ai cinque appena detti se ne aggiungerebbero così almeno altri tre! Tra essi anche personaggi ben noti al Paese non certo per aver dimostrato negli scorsi anni illuminate doti di capacità di governo.
Quanto temevamo come Partito Democratico alla fine si è puntualmente avverato. E dire che proprio per evitare questo scempio nei mesi scorsi avevamo avviato contatti con tutti i Partiti istituzionali presenti a Itri, compresi Forza Italia e UDC, per condividere un nostro irrinunciabile convincimento di etica e politica: per distinguere queste elezioni da quelle del passato i Partiti, quelli che sulla carta hanno tanto di statuto e di organi direttivi, avrebbero dovuto prendere in mano le sorti del Paese passando per un generale rinnovamento sia dei metodi, che dei volti.
Partendo da questo convincimento il Partito Democratico ha avviato un progetto col quale si è messo al centro della scena politica ed al termine del quale presenterà candidati ben riconoscibili quanto ad appartenenza e funzionali allo stesso tempo alla realizzazione del programma. Per chi non l’avesse ancora capito, da ormai troppo tempo il Paese chiede ad alta voce una sola cosa: rinnovamento, governabilità e fatti, per non morire definitivamente. Questa è la chiarezza che ci porta a rivendicare convintamente per il PD il ruolo di centralità di cui ha bisogno il quadro politico.
Lo facciamo perché il PD è oggi l’unico Partito che senza chiasso sta lavorando a qualcosa di concreto per il bene della collettività. A questo progetto si è già unito il Nuovo Centro Destra, insieme al quale siamo pronti ad avviare una nuova fase di confronto con altri possibili interlocutori che ritengano di condividerlo nei metodi e nei contenuti. Non una chiusura, quindi, ma la massima apertura che allo stesso tempo tuteli sia la centralità del PD, che la pari dignità tutte le forze interessate.
Il principio della chiarezza e della trasparenza ci porta allo stesso tempo ad affrontare un altro aspetto che sta rischiando di avvelenare i rapporti con l’elettorato e con le forze politiche potenzialmente interessate a valutare la praticabilità di un percorso comune. Da qualche tempo sembra diventato di moda da parte di qualcuno spendere il nome del PD per ipotesi di alleanze, di metodi, di candidature a sindaco e per le più disparate strategie che vedrebbero tra le altre cose la formazione di coalizioni benedette dall’alto e con a capo illustri rappresentati di quella vecchia politica di cui si è detto e che confermiamo essere il principale obiettivo della nostra azione di rinnovamento. A questo gioco al massacro non ci stiamo.
Con fermezza ribadiamo che l’unica voce titolata a rappresentare le decisioni del Partito è quella del Segretario, che a sua volta ha il suo interlocutore naturale nel Direttivo e la propria legittimazione nell’ Assemblea degli iscritti. Sia pertanto chiaro a tutti che nessuna di queste funzioni è stata mai delegata a chicchessia. Lo slogan con cui a novembre abbiamo aperto i lavori dell’Assemblea “Ripensare Itri, si può’” non era una frase ad effetto, ma basata su solidi principi di: rinnovamento (quello che tanti temono si possa avverare), partecipazione condivisa (che gli stessi cercano di sconfessare in ogni momento), confronto democratico (contrapposto agli inciuci).”