MINTURNO – Il caso dei 52 pezzi tra epigrafi e altri reperti di epoca romana rinvenuti alla Torre Pandolfo Capodiferro al Garigliano, che erano assegnati al Comprensorio Archeologico di Minturnae e che questa estate furono invece dirottati al Teatro Romano di Sessa Aurunca, ha un lieto fine. Infatti, tutti i reperti archeologici torneranno presto nel loro contesto naturale, ovvero il parco archeologico di Minturno, dato che le epigrafi sono elementi estranei al sito di Sessa. Ad assicurarlo è il candidato a sindaco Gerardo Stefanelli, a seguito dell’interrogazione parlamentare presentata dal senatore PD Claudio Moscardelli volta alla conservazione dei reperti di epoca romana rinvenuti nel parco di Roccamonfina.
Fu un vero e proprio “incidente diplomatico” quello accaduto il 16 luglio 2015 alla Torre Pandolfo Capodiferro sul Garigliano, di cui Temporeale.info diede notizia. Erano, infatti, in corso le operazioni per il trasloco di oltre 50 pezzi tra epigrafi e altri reperti di epoca romana che sarebbero dovuti essere trasportati al Comprensorio Archeologico di Minturnae. Invece sul posto si sono recati alcuni politici di Sessa Aurunca che hanno impedito il trasporto, asserendo che i reperti archeologici fossero in realtà di proprietà del Teatro Romano di Sessa Aurunca. Eppure i resti ritrovati qualche anno fa sono stati tutti catalogati dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici e attribuiti a Minturno. E’ stato seguito un iter burocratico durato alcuni anni e che si sarebbe concluso con la consegna. Invece i reperti furono “scippati”. Del caso si interessò immediatamente l’allora consigliere comunale Gerardo Stefanelli, che informò subito il senatore Moscardelli, che presentò un’interrogazione parlamentare.
“Fui proprio io, nel luglio scorso, dopo essermi interfacciato con la dottoressa Giovanna Rita Bellini, Soprintendente Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale nonché Direttrice del Comprensorio Archeologico e Antiquarium di Minturnae, ad attivarmi con la nostra filiera istituzionale – racconta Stefanelli – e informare il senatore Moscardelli che numerose epigrafi romane e diversi altri reperti, assegnati al Comprensorio di Minturnae, erano allora nel sito di Sessa Aurunca. Sollecitai Moscardelli a sensibilizzare il Ministero dei Beni Culturali e interessarsi alla questione affinché i nostri reperti archeologici fossero salvaguardati”.
“Abbiamo ricevuto comunicazione dal Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, Borletti Buitoni, che gli scavi nel sito della Torre di Pandolfo di Capodiferro, l’area della Foce del Garigliano del ritrovamento dei reperti interessati, sono stati condotti sotto la sorveglianza dei competenti uffici del Ministero dei Beni Culturali, la Direzione generale Archeologia e la Soprintendenza Archeologica della Campania. Le campagne di scavo – precisa Stefanelli –, ci ha riferito il Sottosegretario, hanno informato che l’attuale dislocazione dei materiali archeologici ha carattere temporaneo e che il trasferimento nel teatro di Sessa Aurunca è stato effettuato per motivi di sicurezza e catalogazione. Possiamo essere sereni che, una volta catalogati, i reperti saranno consegnati alla Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria meridionale, competente per l’antico comprensorio di Minturnae, al quale appartengono storicamente e che provvederà alla loro valorizzazione”.
“Ancora una volta, – conclude – grazie alla tempestività d’azione e alla sinergia tra le varie istituzioni di competenza, siamo riusciti a tutelare il nostro patrimonio; bene incommensurabile che, però, non dobbiamo dimenticare di promuovere e valorizzare adeguatamente”.
In effetti, il testo della risposta da parte dell’ufficio legislativo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo all’interrogazione del Senatore Moscardelli non lascia spazio a dubbi.
“L’area della Foce del Garigliano – si legge nel documento, disponibile in Pdf alla fine dell’articolo – è interessata dalla presenza di numerosi reperti, blocchi lapidei e iscrizioni, provenienti dall’adiacente comprensorio archeologico di Minturnae. Vi si trovano, anche, i resti della torre longobarda, eretta dal principe capuano Pandolfo Capodiferro, pregevole esempio di architettura altomedievale, distrutta dai tedeschi nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.
In relazione alla questione sollevata dal Senatore interrogante, riguardante i ritrovamenti avvenuti in tale zona a seguito di campagne di scavo condotte sotto la sorveglianza dei competenti uffici del Ministero, la Direzione generale Archeologia e la Soprintendenza Archeologica della Campania hanno informato che la attuale dislocazione dei materiali archeologici, rinvenuti nel sito della Torre di Pandolfo di Capodiferro, presso la foce del Garigliano, ha carattere temporaneo.
Il trasferimento dei materiali e il loro ricovero negli spazi adiacenti al Teatro di Sessa Aurunca, infatti, sono stati effettuati per motivi di sicurezza, per salvaguardare e tutelare i reperti archeologici ed evitare possibili danneggiamenti o trafugamenti.
Al compimento della prevista attività di catalogazione, inventariazione e documentazione, curata dalla Soprintendenza Archeologica della Campania, nell’ambito della collaborazione tra le soprintendenze interessate – conclude il documento – i reperti saranno consegnati alla Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria meridionale, competente per l’antico comprensorio di Minturnae, al quale appartengono storicamente, e che provvederà alla loro valorizzazione”.
DOWNLOAD: Interrogazione del Senatore Moscardelli sui reperti archeologici di Minturnae
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.