GAETA – A forza di evocarli i crolli sulla spiaggia dell’Arenauta sono arrivati veramente. Nei giorni scorsi infatti, in almeno tre punti diversi e distanti tra loro, sulla spiaggia sono “atterrate” tre serie di massi. Le dimensioni sono tali da non lasciar scampo, qualora raggiungano una persona. Per primi se ne sono accorti i pescatori. Alcuni massi infatti, per una sconosciuta legge fisica sul moto dei corpi, sono arrivati fino in riva al mare, ad una ventina di metri dalla falesia.
C’è poi un altro elemento che lascia perplessi. Mai come quest’anno le piogge sono state contenute, se non inesistenti rispetto alla media delle stagioni invernali. A memoria d’uomo nessuno ricorda movimenti rocciosi di entità consistente in questa zona. Qualche disgaggio fu compiuto diversi anni fa da spittatori esperti, ma poi, a seguito dell’ordinanza della Capitaneria di Porto, l’intera parete rocciosa fu abbandonata anche dagli arrampicatori. Nel periodo estivo l’arenile è stato invece teatro negli ultimi anni degli appetiti di tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute.
Sotto la giunta Magliozzi fu presidiata dai vigilantes, sotto quella Raimondi fu recintata con pali e una grata di ferro, sotto quella Mitrano tornarono i vigilantes armati di pistola. Motivazione? Sempre la stessa: la zona è pericolosa ed i naturisti, che la frequentano da almeno trent’anni, offrono un’immagine sconveniente. Quei momenti “caldi” che videro le ruspe scendere sull’arenile sembravano del tutto dimenticati ma, mentre Gaeta è in attesa del nuovo piano spiaggia, si apre ora un altro capitolo. Infatti, contestualmente, come è testimoniato da un’ampia documentazione fotografica pervenuta, nel costone sopra la falesia sono in corso diverse movimentazioni.
Oltre ai massi sono presenti sul posto – sempre da quanto risulta dalla documentazione fotografica in possesso (vedi immagine in basso) – diversi strumenti di lavoro. L’area si trova sotto la strada regionale Flacca ed è recintata con una rete metallica, ma è sicuramente a meno di 300 metri dal mare, quindi soggetta al vincolo demaniale e, probabilmente, anche a quello idrogeologico. C’è poi l’ordinanza del sindaco Mitrano che vieta l’accesso (e dunque anche qualunque tipo di lavori) sulle falesie di ponente. Non sta certo a noi stabilire se ci sia correlazione tra le due cose ma le circostanze appaiono quantomeno singolari.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.