Minturno / Ismef, in 10 anni spesi 8 milioni di euro in formazione e non per l’ex Sieci
MINTURNO – La richiesta di revoca della convenzione con l’Ismef non nasce oggi, in occasione della campagna elettorale, ma dalle informazioni di cui il Partito Democratico di Minturno è venuto in possesso solo ora in seguito all’interrogazione parlamentare presentata dal Senatore Claudio Moscardelli poco più di un anno fa. Il caso Ismef, infatti, sarà in settimana discusso in Parlamento, ma nel frattempo la prima documentazione è stata resa nota ed emerge una storia di inefficienza amministrativa lunga oltre dieci anni. Si parla di oltre 8 milioni di euro spesi per sole attività di formazione e nemmeno un euro speso per la riqualificazione dell’ex fabbrica Sieci, quest’ultima al centro della convenzione con il Comune di Minturno. Addirittura oltre 900mila euro spesi non sarebbero stati rendicontati dall’Istituto di formazione e lo stesso Ministero delle Infrastrutture ne chiede conto, come mancano anche i progetti di riqualificazione dell’area.
“Vogliamo che il commissario revochi al più presto tale convenzione perché non ci sono più i presupposti per continuare: i cittadini devono riappropriarsi dell’ex Sieci e del Castello Baronale”, ha spiegato il candidato a sindaco Gerardo Stefanelli, affiancato dall’ex capogruppo del PD di Minturno Mimma Nuzzo e dall’ex consigliere regionale Antonio Signore. Non solo slogan politici, dunque, ma un fitto carteggio con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con il Comando generale della Capitaneria di Porto dal quale si evincono diversi aspetti tenuti all’oscuro in tutti questi anni. Stefanelli ha letto per intero la lettera, densa di riferimenti, inviata al commissario prefettizio Bruno Strati affinché provveda nel più breve tempo possibile ad avviare lo scioglimento della convenzione con l’Ismef. Lo stesso documento, che Stefanelli ha letto per interno durante la conferenza stampa, sarà inoltrato alla Procura Generale della Corte dei Conti.
L’argomento sarà ulteriormente sviscerato in un incontro pubblico fissato per sabato 19 marzo, al quale parteciperà anche il Senatore Claudio Moscardelli.
“Qualcuno deve iniziare a rispondere dei danni provocati ai cittadini di Minturno – ha proseguito Stefanelli – perché si tratta di una truffa operata da un ente per la formazione vicino a Forza Italia. Un fiume di soldi senza che si sia fatto nulla per la città, in quanto la convenzione con il Comune di Minturno era fondata proprio sul recupero dell’ex fabbrica Sieci. Chiederemo alla Corte dei Conti di fare chiarezza su questa situazione. Già nel 2005 ci fu la protesta contro l’Ismef da parte degli allora consiglieri comunali Franco Mallozzi, Maurizio Granata ed Ercole Conte, che avevano ravvisato delle anomalie. Qualcuno deve pagare per questo. In questi ultimi 20 anni è stato distrutto un territorio per l’incompetenza di una classe politica che oggi si ripropone divisa in varie coalizioni”.
Nel suo intervento, Mimma Nuzzo ha ripercorso le tappe di quanto fatto durante i tre anni di opposizione, le diverse interrogazioni presentate per chiedere chiarimenti all’amministrazione Graziano in merito alla situazione dell’Ismef senza mai avere risposta. “Il PD – ha dichiarato la Nuzzo – insieme alle altre forze riformiste di questo territorio si è battuto per il recupero delle Sieci. Abbiamo preparato il dossier inviato al Senatore Moscardelli per interessarlo di questa situazione, visto che non siamo riusciti ad avere notizie dal Comune. In tutti questi anni non era mai stata attivata la commissione Ismef, prevista dalla convenzione volta al monitoraggio dei lavori. Nessuno si è mai preoccupato. L’abbiamo chiesta noi, ma non si è mai riunita. Prima ne era presidente Maurizio Faticoni, che poi è passato in maggioranza; poi la presidenza è andata a Pino Russo. Nel luglio 2014 Moscardelli ha presentato l’interrogazione parlamentare, la risposta è arrivata in questi giorni, segno che la vicenda è molto delicata. In questi anni abbiamo assistito al totale degrado dell’area Sieci, con camper accampati, dando un’immagine non da paese turistico”.
“In questo carteggio giunto in nostro possesso – ha proseguito Stefanelli – il Ministero delle Infrastrutture ci mette più di un anno a rispondere. E’ evidente che c’è imbarazzo, perché sono emerse delle anomalie. La stazione appaltante doveva essere il Provveditorato per le Opere Pubbliche e invece è diventata illegittimamente il Comune di Minturno, mentre il progetto doveva essere affidato secondo una gara pubblica e invece è stato affidato direttamente all’Università di Cassino. Nessuno si accorge di nulla. Tutto questo lo invieremo alla Corte dei Conti. In questi giorni la questione Ismef andrà in discussione in Parlamento: è stato prodotto un dossier di 46 pagine. In questi anni abbiamo avuto tre sindaci: Paolo Graziano, Pino Sardelli e Aristide Galasso, quest’ultimo ha posato anche la prima pietra insieme all’Onorevole Gianfranco Conte, vero artefice di questa operazione. Abbiamo avuto tre assessori ai lavori pubblici: Pino Sardelli, Massimo Moni e Fabio Saltarelli. Tutte queste persone non si sono mai interessate affinché la convenzione fosse rispettata dall’Ismef e oggi si ripropongono ai cittadini”.
Antonio Signore, dall’alto della sua esperienza e soprattutto per aver fatto acquisire al Comune di Minturno l’ex fabbrica di laterizi sul lungomare di Scauri, ha spiegato che si può recuperare un vecchio progetto sulla scorta di una vecchia legge del 1991, da lui stesso portata al vaglio del consiglio regionale: “Mi sono sempre battuto per l’interesse dei cittadini che mi hanno sempre premiato alle elezioni. C’è una legge regionale, la n. 58/91, che ho portato in consiglio regionale ed è stata votata all’unanimità che destinava ben 4 miliardi delle vecchie lire per la riqualificazione dell’ex Sieci. È una vicenda vergognosa, perché nessuna amministrazione si è preoccupata di portare avanti il progetto. Questa convenzione dell’Ismef è stata ordita da Forza Italia e dal deputato Gianfranco Conte. Siamo andati dal commissario Strati e parlato di questa convenzione: ci sono tutte le condizioni per scioglierla. Questi soldi spesi sono dei cittadini e sono serviti soltanto ad arricchire l’Ismef, per questo chiederemo la verifica alla Corte dei Conti per avviare una procedura al fine di quantificare i danni. Qui non serve solo il Partito Democratico per portare avanti questa proposta ma tutti i cittadini, con una raccolta firme, per far sentire la voce di questo territorio. Oggi questi soldi ci avrebbero portato alla riqualificazione di quell’area disastrata. Per questo chiediamo al commissario di sciogliere immediatamente la convenzione e agire subito per riprendere il discorso della legge regionale che riguarda il recupero di aree industriali nella Regione Lazio. L’ex Sieci di Scauri, infatti, è stata riconosciuta tra le fabbriche che rappresentano al meglio l’archeologia industriale e a livello europeo risulta tra le prime sei su un totale di oltre 100 siti dismessi. Per questo si può far rifinanziare questo progetto al momento dell’approvazione del bilancio regionale”.
In chiusura di conferenza, Stefanelli ha specificato che “non apriremo le porte ad accordi in sede di ballottaggio e in caso di elezione le liste resteranno così come saranno presentate agli elettori”. “Noi – ha concluso – continuiamo un discorso iniziato già da qualche anno, mentre le altre coalizioni si sono formate apposta per questa tornata elettorale. L’obiettivo è quello di far perdere noi e in particolare il Partito Democratico. Noi, invece, vogliamo far vincere Minturno”. Giuseppe Mallozzi