FORMIA – Un’azione capillare ed incisiva per mobilitare la popolazione del Golfo in vista del referendum sulle trivelle in programma il prossimo 17 aprile. E’ l’obiettivo che si prefigge il Comitato comprensoriale unico costituitosi nei giorni scorsi al termine di una riunione tenutasi presso la sala “Falcone e Borsellino” del palazzo comunale di Formia. Il comitato comprensoriale unico e’ denominato “VOTA SI PER FERMARE LE TRIVELLE” ed è costituito da cittadini che hanno deciso di impegnarsi in prima persona al fine di promuovere una vasta ed efficacia azione conoscitiva sul referendum del 17 aprile. Il comitato è costituito nelle persone di Giuseppe Bortone, Alessandra Ciccolella, Giuseppe Sapia, Antonio Ferraro, Maria Cristina Serpe e Giovambattista Albano. Attraverso il quesito referendario verrà chiesto ai cittadini di decidere sulla durata delle concessioni. Votando “SI” si abrogherà la norma (introdotta con la Legge di Stabilità 2016) che consente alle attuali concessioni di estrazione e ricerca di petrolio e gas, entro le 12 miglia dalla costa, di non avere più scadenze sino all’esaurimento del giacimento. La legge di Stabilità 2016, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro 12 miglia dalla costa, rende senza scadenza le licenze già rilasciate in quel perimetro di mare alle industrie petrolifere. Votando “SI” si chiederà che una volta scadute, non potranno più essere prorogate, anche se nei pozzi ci sono ancora idrocarburi. Il Comitato comprensoriale unico denuncia sin d’ora l’informazione scarsa e lacunosa sul significato del quesito referendario ed in particolare sulle ragioni del “SI”. L’Italia deve investire sull’efficienza energetica, puntando in particolare sul 100% di fonti rinnovabili, sulla ricerca e sull’innovazione. Sulla pericolosità del petrolio, quale vecchia fonte di energia fossile causa di inquinamento e dei cambiamenti climatici, è stato scritto e detto tanto ma occorre fare ancora di più. Il comitato respinge le affermazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi il quale ha affermato “che si tratta di centinaia di milioni buttati via…una battaglia politica che non ha buon senso…”. A proposito di sprechi il Comitato ricorda che il Governo ha detto no all’election day (accorpamento in un’unica data di referendum ed elezioni amministrative) che avrebbe comportato un risparmio di 360 milioni di euro. Il referendum del 17 aprile è stato promosso dalle seguenti regioni:Basilicata; Marche; Puglia; Sardegna; Calabria; Liguria; Campania e Molise. Ventuno sono le concessioni delle società petrolifere che operano sulle coste italiane entro le 12 miglia. Il Comitato nei prossimi giorni comunicherà le iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione sull’importanza del voto referendario che si terranno nei Comuni del Golfo.