CASSINO – Sarà una Pasqua amara per i 280 operai e impiegati della CMA di Cassino con cinque stipendi arretrati da prendere. Sono ormai 15 giorni che presidiano i cancelli dell’azienda in attesa di un incontro presso il Ministero del Lavoro o presso la Regione Lazio che non arriva mai. Infatti era previsto per oggi, venerdì 3 aprile, l’incontro tra azienda e l’A.S.La Cobas, presso la Direzione Territoriale del Ministero del Lavoro di Frosinone, ma è saltato tutto in quanto la CMA ha chiesto un rinvio.
Nel frattempo, i lavoratori continueranno a scioperare e a presidiare. Quest’anno la Colomba, se la mangeranno, lo faranno fuori dai cancelli aziendali, anche se saranno chiusi per la festività.
Liliana Errante dell’A.S.La Cobas si è attivata presso la DTL di Frosinone per chiedere una nuova convocazione. Il Dott. Vincenzo Lucarelli, direttore dell’Ufficio del Ministero competente ha preannunciato che rinvierà la convocazione per lunedì 13 o martedì 14 aprile.
“Siamo in attesa – dice il sindacato – anche di ricevere notizie dalla Regione Lazio, la quale a seguito di sollecitazione dell’On. Buschini, che ha preso a cuore le sorti dei dipendenti CMA, dovrebbe convocare le parti a breve. Stiamo cercando di portare avanti la mediazione secondo i canoni delle vertenze sindacali e auspichiamo di essere convocati con l’azienda presso un tavolo istituzionale per raggiungere un accordo favorevole per tutti”.
Solo con un accordo la situazione ritornerebbe alla normalità. Ci sono stipendi arretrati per un totale di circa due milioni di euro, quelli che la ditta deve ai 280 operai e impiegati. Che tendono a rimarcare: “Ovviamente vanno contate le ore di straordinario che evidentemente non si stanno prendendo in considerazione”.
Una vertenza che andrà avanti anche con altre forme di protesta, perchè i lavoratori non intendono abbassare la guardia e tanto meno pensare di rientrare al lavoro senza percepire almeno una buona parte degli stipendi.
“Neppure questo mese potrò passare del denaro a mio figlio”, ha detto amareggiato uno degli operai che ha sperato, come gli altri, l’arrivo di buone notizie dall’incontro con il datore di lavoro che si dovrebbe svolgere dopo Pasqua.
“Passeremo le feste qui a presidiare l’azienda – ha detto un altro – perchè nessuno, a parte noi, dovrà riaccendere questi macchinari. Il fatto che tutto sia fermo non giustifica i ritardi nel pagamento degli stipendi che vanno avanti da circa 2 anni”.
“Devo ringraziare mia madre che ancora mi assicura un pasto caldo – ha aggiunto un altro ancora – altrimenti non so cosa avrei potuto fare”.