FROSINONE – “Così come stabilito durante l’ultima riunione dei Sindaci sull’emergenza lavorativa in provincia di Frosinone, alla presenza anche delle sigle sindacali e dei componenti del Comitato Vertenza Frusinate, è stato redatto un documento di sostegno all’occupazione: lo abbiamo inviato a tutti i Comuni per chiederne la sottoscrizione entro lunedì 4 aprile, al fine di portarlo all’attenzione del Presidente della Regione Lazio”.
E’ quanto afferma in una nota il Presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo.
“Nel documento si chiede di riconvocare il Tavolo regionale “Lavoro e Sviluppo in provincia di Frosinone”, con all’odg la costruzione di un modello di crescita e sviluppo del territorio e la gestione dell’emergenza occupazionale che riguarda una parte di nostri cittadini, considerando la scadenza degli ammortizzatori sociali prevista per il prossimo mese di giugno”.
“Oltre a questo aspetto – argomenta Pompeo – nel documento si auspica la possibilità di costruire un modello di sviluppo “Frosinone”, attrattivo per le imprese e con ricadute in termini di assunzioni. Un modello che, attraverso il lavoro congiunto di Regione, Provincia, Enti locali, Organizzazione di categoria, sigle sindacali, Consorzi industriali, rappresentanti istituzionali, permetta alla provincia di Frosinone di avere il riconoscimento di misure speciali come la Zona Economica Speciale, oppure l’Area di Crisi complessa che garantiscano investimenti e presenza delle imprese. Un modello che favorisca la realizzazione di infrastrutture a servizio delle imprese, senza trascurare la possibilità di un nuovo Accordo di programma, modulato sulle piccole e medie imprese e l’individuazione di premialità per i bandi al riposizionamento competitivo”.
“La progettazione per lo sviluppo sarà uno degli impegni del territorio, da realizzare attraverso il confronto e il dialogo con la Regione Lazio, anche rispetto alla disponibilità dei fondi messi in campo dal Governatore Zingaretti”. “In quest’ottica – ha concluso il Presidente Pompeo – abbiamo provveduto a convocare il Comitato per il Lavoro e lo Sviluppo per il prossimo 7 aprile”.
Sulla convocazione del Comitato per lo Sviluppo, è intervenuto anche il Vice Presidente Andrea Amata: “L’iniziativa consentirà, attraverso il confronto con gli stakeholder territoriali, di prendere atto della crisi strutturale che stiamo attraversando senza prescindere da una analisi attenta e puntale della situazione attuale al fine di definire obiettivi, priorità ed interventi”. Il Comitato di sviluppo è la sede opportuna per certificare la crisi corrente e per catalizzare la fase progettuale, quale esito di un metodo cooperativo fra la rappresentanza territoriale, capace di far maturare soluzioni praticabili e tempestive non avulse dalle esigenze di rilancio dell’economia locale. Pertanto, i lavori del Comitato devono essere assimilati ad un cantiere aperto che, attraverso il confronto, produca determinazioni e progetti fruibili e fattibili senza indulgere a soluzioni predefinite.
La mancanza di infrastrutture anche immateriali e di servizi soprattutto a supporto delle PMI, così come l’assenza di agevolazioni fiscali e burocratiche all’iniziativa produttiva, hanno rappresentato, in un quadro di crisi come quello attuale, elementi che ne hanno amplificato gli aspetti negativi e a cui si è risposto con azioni insufficienti o tarate su dimensioni aziendali estranee al tessuto imprenditoriale che contraddistingue il nostro territorio con una limitazione della visione di uscita dalla crisi.
Le conseguenze sono all’ordine del giorno in una spirale negativa: il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali e la carenza di queste risorse soprattutto verso le imprese più piccole, il numero sempre più elevato di aziende delocalizzate o chiuse, la disoccupazione a livelli allarmanti per particolari categorie di soggetti (giovani, donne, ultra 40enni).
Se il territorio vuole recuperare il gap, rispetto ad altri contesti locali, e uscire dalla crisi deve individuare quelle che sono le priorità, le sfide più importanti, le strategie perseguibili in termini di sviluppo sostenibile, competitività e qualità del lavoro, avendo piena consapevolezza che il territorio non è identificabile con una semplice area geografica ma è la sommatoria di diversi elementi, materiali e immateriali che, stratificati nel tempo, individuano una specifica realtà. Nella nostra realtà abbiamo eccellenze e potenzialità che vanno facilitate ad esprimersi in modo compiuto e in questo senso dal Comitato per lo Sviluppo possono emergere gli strumenti per agevolare un percorso di sblocco al fine di svitare il tappo dell’impotenza”.
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