MINTURNO – Non è stata ancora messa la parola “fine” al lungo contenzioso che ha visto contrapporsi l’amministrazione Graziano all’ex responsabile del servizio urbanistica Lucia Gallucci, che proprio recentemente si è vista, per l’ennesima volta, riconosciuta dal Tribunale di Cassino il comportamento illegittimo del Comune di Minturno in merito al suo pensionamento. Il commissario prefettizio Bruno Strati ha infatti deciso di ricorrere davanti alla Corte d’Appello di Roma, sezione Lavoro, contro la sentenza del Tribunale del Lavoro di Cassino n.651/2015 del 27 novembre 2015, che di fatto reintegra in servizio l’Architetto Gallucci. Con la delibera 48 dello scorso 1 aprile, infatti, è stato incaricato l’avvocato Marco Tomassi, che aveva già seguito in precedenza il caso, il quale ha accettato l’incarico per un compenso complessivo di 3.000 euro.
Una lunga battaglia quella che ha visto contrapposti il sindaco Paolo Graziano e l’architetto Gallucci, che per in ben due occasioni si è vista riconoscere l’ingiustificato pensionamento contro la sua volontà. Si è trattato di un vero e proprio licenziamento, secondo la ricorrente, che aveva visto il rigetto del ricorso di merito promosso nel 2012 dall’amministrazione Graziano, nonostante la già avvenuta soccombenza dell’ente sia nel primo che nel secondo grado di giudizio cautelare.
“Il maggiore responsabile di tale improvvida decisione – ha sentenziato a suo tempo l’architetto Gallucci – fu, come per altri numerosi contenziosi che ho dovuto affrontare e nei quali il Comune è risultato sempre perdente, l’ex sindaco Paolo Graziano, ad oggi ancora impunito, atteso che le spese legali inutilmente sostenute e i risarcimenti corrisposti sono stati di fatto pagati dai cittadini di minturno. E come se ciò non bastasse, lo stesso Graziano, prima ancora che venisse concluso il giudizio di merito relativo al pensionamento del 2012, nel 2014 ha avviato un ulteriore pensionamento-licenziamento con giudizio di recente definito dal Tribunale di Cassino con sentenza n. 651/2015, pubblicata il 27 novembre scorso, con pronuncia di condanna dell’ente per illegittimità del provvedimento disposto e pagamento dell’indennità risarcitoria, oltre alle spese legali. A ciò va aggiunta l’ulteriore indennità per l’opzione da me esercitata in luogo della reintegrazione disposta dal giudice, risarcimenti ad oggi non ancora corrisposti dal commissario straordinario, con conseguente aggravio di ulteriori oneri per il Comune che aumentano inevitabilmente con il trascorrere del tempo”.
E per l’appunto questi ultimi risarcimenti sarebbero alla base del ricorso in appello deciso dal commissario Strati, che ammonterebbero a circa 100mila euro. Una decisione dovuta al fatto di non poter sforare con il già delicato bilancio dell’ente, pena il dissesto finanziario.
Giuseppe Mallozzi