SPERLONGA – Anche il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga porterà la sua voce alla commemorazione dei cento anni della nascita dell’ing. Erno Bellante, lo scopritore dei resti che hanno reso famosa Sperlonga nel mondo per il grande patrimonio archeologico custodito nella struttura museale.
“Quando nel 1957, durante le operazioni di realizzazione della Litoranea Flacca, l’ingegner Erno Bellante, incuriosito dai racconti degli abitanti della zona circa i continui affioramenti di reperti antichi nella zona, effettuò i primi saggi, il comune di Sperlonga -sottolinea la de’ Spagnolis- divenne il centro di un incredibile ritrovamento archeologico. In una grotta a pochi metri dal mare e lungo lo scosceso pendio del Monte Ciannito affiorarono infatti migliaia di frammenti marmorei attribuiti, da subito, a diversi gruppi scultorei”.
La tradizione popolare aveva sempre attribuito la grotta (e la zona circostante) all’imperatore Tiberio. Attribuzione che affondava le sue radici, come accade molto spesso, nei racconti e negli scritti degli storici antichi. Svetonio (Tiberius, 39) e Tacito (Annales IV, 59), infatti, citano un episodio che ha per protagonista l’imperatore nel 26 d.C. Durante un banchetto effettuato proprio in una monumentale grotta-ninfeo, a causa del crollo di alcune rocce, molti dei partecipanti avevano perso la vita e, solo grazie all’intervento del prefetto del pretorio Seiano, che gli aveva fatto scudo con il corpo, Tiberio era sopravvissuto.
Orazio Ruggieri