FORMIA – Il parcheggio multipiano delle Poste deve essere sequestrato. E’ tutto nero su bianco, nell’istanza inviata a Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo a nome del costruttore spignese Williams Di Cesare e che finirà direttamente in Procura. Un’opera che è stata realizzata proprio dalla sua ditta, ma che il Comune di Formia non ha ancora pagato.
“Oggi nel Comune di Formia – spiega Di Cesare – si sta utilizzando un’Opera Pubblica da oltre 5 milioni di euro senza alcune garanzia tecnica sulla sicurezza, senza l’esistenza di alcun verbale di autorizzazione all’uso temporaneo da parte del tecnico collaboratore e senza neanche l’esistenza dello stesso, il quale sebbene individuato non viene messo in condizioni di operare per l’omissione da parte del Dirigente e dell’amministrazione nella consegna dei documenti necessari alle verifiche indispensabili, non solo dal punto di vista amministrativo, ma neanche dal punto di vista tecnico, avendo il solo collaudo statico verificato unicamente la tenuta delle strutture portanti come previsto per legge”.
Di Cesare, amministratore unico e legale rappresentante della Società “Multipliano del Golfo” a responsabilità limitata, dichiara che è “in liquidazione al mancato pagamento di circa due milioni di euro da parte del Comune di Formia, nonostante la realizzazione dell’opera pubblica in oggetto e la certificazione di corretta esecuzione da parte del RUP della citata amministrazione, Arch. Marilena Terreri”. La questione, dettagliatamente spiegata, riporta l’attenzione sull’eventualità di rischi corsi dai fruitori della struttura. “Se domani qualcuno salendo o scendendo le rampe delle scale cade perchè la ringhiera non è montata in maniere corretta o il materiale utilizzato non è idoneo o deteriorato qualcuno sarà evidentemente chiamato a rispondere della mancanza di sicurezza con la quale si è consentito l’utilizzo della citata struttura in assenza di verifica tecnica e della sottoscrizione dei necessari verbali; questa gravosa responsabilità, dal punto di vista umano ancor prima che giuridico, non può continuare a pendere sulla scrivente società”.
Il sequestro, dunque, sarebbe necessario, secondo il Di Cesare, affinché nessuno abbia a pretendere risarcimenti dalla sua società, qualora si facesse male all’interno della struttura. “Si ritiene necessario – conclude – che si proceda con somma urgenza al sequestro dell’opera, declinando lo scrivente ogni responsabilità per eventuali danni occorsi ed occorrenti a terze persone, sia sotto il profilo penale che civile per eventuali richieste risarcitorie”.
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