MINTURNO – “Troviamo i nostri punti di riferimento sulle regole che ci provengono dalla scuola, dalla famiglia, dallo sport; nel contesto sociale dalle consuetudini, dai regolamenti e dai codici (civile, penale, stradale). Oggi parlare di Legalità non è solo rispetto di norme imposte dall’alto, ma pratica quotidiana di regole condivise. Così intesa, la legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune. “Un’esigenza fondamentale”: fondamentale diventa allora educare ed educarci alla legalità, o meglio alla responsabilità.
La legalità allora è l’anello che salda la responsabilità individuale alla giustizia sociale, l’io e il “noi”. Per questo il rapporto con le regole non può essere solo di adeguamento, tanto meno di convenienza o di paura. L’educazione alla legalità (in ballo c’è il bene comune, la vita di tutti, la società), si colloca allora nel più ampio orizzonte dell’educarci insieme ai rapporti umani, con tutto ciò che questo comporta: capacità di riconoscimento, di ascolto, di reciprocità, d’incontro, di accoglienza. Questa è, se ci pensiamo, la più grande forma di libertà.”
Su questi messaggi di sensibilizzazione, il Candidato a Sindaco Maurizio Faticoni si è fatto promotore e organizzatore di un Convegno nel territorio minturnese. Lunedì 25 Aprile alle ore 10.30, presso il Liceo Scientifico Leon Battista Alberti, arriveranno a Minturno il Dott. Eugenio Forgillo (Presid. del Tribunale di Avezzano), e il Dott. Maurizio Gallo (Presid. Emerito della Corte d’Appello di Napoli).
“Fattori determinanti dell'”eclissi” di legalità – continua Faticoni – sono certo la crescita dell’individualismo, della tendenza a “fare i propri comodi”, di una libertà individuale che s’afferma a scapito di quella collettiva. A questi fattori va però aggiunto l’effetto negativo di certi comportamenti pubblici. Chi riveste un ruolo pubblico ha di fronte a sé una doppia istanza etica, individuale e sociale, perché deve rendere conto anche alla comunità. Per questo, quando arriva dall’alto, il cattivo esempio ha ricadute particolarmente gravi sul senso di legalità. Da un lato rischia di innescare l’imitazione di chi si auto-giustifica “perché così fan tutti”. Dall’altro genera sfiducia, lascia credere che “le cose non cambieranno mai”.
Un confronto, un dibattito quello del 25 Aprile, con l’obiettivo di riflettere attentamente su questi punti fondamentali.