GAETA – Le concessioni cimiteriali sono nulle, il comune deve restituire i soldi ai cittadini. E’ quanto sostiene l’avvocato Fabio Maria Vellucci.
Secondo il legale, il cimitero comunale di Gaeta non è publico. Il suolo è stato dato infatti in enfiteusi al comune di Gaeta da privati nel 1841. Dall’epoca il comune di Gaeta ha sempre pagato il canone enfiteutico tanto è vero che risulta da una delibera di consiglio comunale del 1968. Fino ad allora il comune aveva pagato un canone. Successivamente avrebbe dovuto affrancare il terreno ma non lo fece mai.
Tali notizie si desumono da documenti in possesso esclusivo dell’avvocato Fabio Vellucci.
Il regolamento di polizia cimiteriale dello stato prevede l’esistenza di cimiteri privati. Nel caso del cimitero di Gaeta, prima che venisse stipulato il contratto di enfiteusi tra il comune ed il privato, nei luoghi in cui insiste oggi il cimitero storico – monumentale, già preesistevano anteriormente al 1841 cappelle private appartenenti ad ordini e confraternite religiose, sottoposti al controllo della curia arcivescovile. La possibilità dei cimiteri privati è ad ogni modo sancita fin dall’editto napoleonico “di Saint Claud” del 1804 che stabilisce che i cimiteri devono essere spostati fuori le mura. Ed il comune di Gaeta lo fece su suolo privato.
Sempre in base al decreto il comune può fare la vigilanza sul cimitero ma non ne ha la proprietà e dunque non può e non poteva rilasciare alcuna concessione sui loculi che non erano suoi ma costruiti da privati su suolo privato.
Per cui tutti i canoni e le somme versate per concessioni nulle devono essere restituiti ai cittadini.
Dunque il comune si sarebbe “accaparrato” tali somme iscrivendole in bilancio in maniera impropria per non dire altro.
A supporto della tesi dell’avvocato Vellucci ci sono sia i documenti del contratto di enfiteusi che l’attuale operatività delle uniche due confraternite esistenti, e cioè quelle del Santissimo Rosario e di San Francesco.
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