MINTURNO – Non conosce tregua la crisi che ha investito la Cooperativa “Minturno Verniciature”, nata dalle ceneri della Prima Iver e della Vtm. Dopo essere riuscita a riavviare la produzione industriale nel 2015 ed essersi associata a Unindustria Latina, il futuro è ora pieno di ombre per gli operai dello stabilimento sito in località Parchi che gestisce l’impianto di verniciatura e per le loro famiglie.
La cooperativa, che con grandissimi sacrifici dei suoi soci era riuscita ad acquistare l’intera linea di verniciatura e che si preparava ad acquisire l’intero complesso aziendale grazie al meccanismo del workers buy out (ovvero al recupero della fabbrica da parte degli operai), non aveva evidentemente fatto i conti con meccanismi parassitari che spesso dominano le dinamiche industriali.
Le uniche commesse del 2015 sono difatti giunte grazie alla collaborazione con un’affermata azienda della zona operante nell’indotto FCA che avendo evidentemente più che apprezzato le grandi potenzialità della cooperativa ha preferito tentare la strada della scalata alla Minturno Verniciature.
Dopo mesi di mancati pagamenti l’impianto è ormai fermo e il futuro dei lavoratori è da tempo in mano alla magistratura di Cassino, sia penale che civile. Ma resta un dato: sarà un caso che il workers buy out dai dati del rapporto “Le imprese recuperate in Italia” redatto nel 2015 da Euricse sia un fenomeno quasi sconosciuto al sud Italia? Evidentemente no.
Nel frattempo, è giunto il sostegno ai lavoratori della Cooperativa Minturno Verniciature da parte del segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, spiegando che “i lavoratori sono in attesa dei pagamenti delle commesse del 2015, ad oggi stoppati perché il committente avrebbe tentato di acquisire la proprietà della linea di verniciature in modo poco trasparente, fatto sul quale ci auguriamo che la magistratura faccia presto chiarezza”.
“E’ inaccettabile – conclude– che progetti di auto-imprenditorialità e recupero di fabbriche dismesse da parte di ex dipendenti, sostenuti dalla legge e dalla politica, rischino di fallire a causa di lungaggini burocratiche e di imprenditori ‘furbi’ che si approfittano delle difficoltà dei fornitori”.
Giuseppe Mallozzi
Fonte: Il Giornale di Latina