LATINA – “I sondaggi rilevano le tendenze dell’opinione pubblica. Non leggono il futuro. Prendiamo atto che esiste in questo momento una campagna elettorale che vede in campo un inedito modello quadripolare in cui ciascuno dei competitori deve trovare gli strumenti e gli argomenti per fare la propria campagna elettorale che è solo al suo esordio. Peseranno nel corso di queste settimane il radicamento dei candidati delle singole liste e la capacità del candidato sindaco di dialogare con la città.”
Lo dichiara in una nota il candidato sindaco di Forza Italia, Alessandro Calvi.
“A questa sfida – continua Calvi – non mi sottraggo sapendo che solo il verdetto del 5 giugno conta ed è un verdetto che nasce dalla credibilità della candidatura e dei progetti per Latina che riusciamo a mettere in campo. E noi siamo gli unici che abbiamo queste frecce non per giocarci la partita ma per vincerla. Perché noi saremo i primi. Partiamo da alcune certezze su cui credo non sia possibile alcuna interpretazione. Parto dal fatto che la lista di Forza Italia, da sola, ha un consenso di non meno del 14%, a cui si aggiunge il 5% della lista collegata a Calvi sindaco e un 6% circa derivante dalle liste, Democrazia Cristiana con Bonifica 2000, e Popolari per l’Italia che sostengono la mia candidatura e che sono in costante crescita.
Un 25% che è solo la roccaforte da cui abbiamo iniziato il nostro percorso. Da qui siamo partiti per lavorare per la città, per affermare la nostra idea di futuro a Latina. Colgo l’occasione per ringraziare i 130 candidati e le 2mila persone che hanno sottoscritto le nostre liste. Vinceremo perché abbiamo questi numeri e queste intelligenze. Il sondaggio ci aiuta ad affinare la nostra strategia elettorale. Ci offre una fotografia della situazione. Forza Italia è sempre stato il primo partito della città e con quegli elettori e quel consenso noi stiamo dialogando nell’ottica dell’inclusione, del dialogo e della partecipazione. Questi sono i nostri punti di forza. Le percentuali le leggeremo, con attenzione, dopo la chiusura delle urne” conclude Alessandro Calvi.