FORMIA – “La sicurezza sul lavoro è un tema troppo importante perché ci si possa speculare sopra”. Lo dichiara Raphael Rossi, amministratore della Formia Rifiuti Zero in merito allo sciopero degli operatori ecologici indetto per il 19 maggio.
“Le critiche – continua Rossi – sono sempre ben accette se servono ad individuare un problema e a permetterci di risolverlo. Invece le ragioni dichiarate da USB per giustificare la proclamazione di uno sciopero per il 19 maggio sono completamente infondate. I suoi insulti, contro l’azienda e contro le altre sigle sindacali, servono solo a screditare chi li pronuncia.
In primo luogo è assolutamente falso che i mezzi in dotazione al servizio di Formia siano insicuri. Invece proprio da un mese a questa parte sono stati consegnati numerosi nuovi automezzi. La flotta della FRZ è composta da dieci mezzi del 2016, sette mezzi del 2015, tredici mezzi del 2014, quattro mezzi del 2013. Una altra decina di mezzi sono di anni precedenti. E’ una flotta molto moderna. Alcuni mezzi addirittura appartengono alla categoria EURO 6, molti mezzi, anche piccoli hanno il cambio automatico oppure la guida a destra per poter permettere agli autisti che viaggiano in singola di scendere dal lato strada per raccogliere i rifiuti. Sono tutti omologati rispetto agli standard previsti dalle leggi sulla sicurezza e sono perfettamente efficienti se usati a dovere.
La manutenzione viene assicurata nel minore tempo possibile, anche grazie all’officina interna creata dall’azienda, assieme ai nuovi spogliatoi e uffici, alla sistemazione dell’area di trasbordo e a tanti altri interventi condotti negli ultimi mesi per migliorare il servizio.
Ma perché se non è stato fatto da dieci anni a questa parte, l’USB sceglie proprio questo momento per dichiarare sciopero? E perché protestare sulla sicurezza degli automezzi quando questi sono stati appena sostituiti? Il vero problema invece sono le decine di migliaia di euro di danni prodotti da incuria e negligenza degli autisti, che pesano sul costo del servizio come un macigno, e che devono essere immediatamente azzerate, anche attraverso una maggiore disciplina e controllo. Questo è il punto reale del conflitto in atto: il tentativo di USB di rallentare il percorso di incremento della produttività che l’azienda, con la stragrande maggioranza dei lavoratori in accordo, ha intrapreso ormai da mesi.
Nei giorni scorsi, vi sono state delle piccole disfunzioni dovute al cambio flotta, che peraltro è avvenuto contemporaneamente al cambio di calendario di raccolta e all’arrivo dei nuovi responsabili aziendali, dopo la scomparsa del compianto direttore Dario Gotti. Una fase molto delicata per l’azienda che comunque è ormai alle spalle.
USB proclamando lo sciopero scrive di ‘gestione catastrofica’ dell’azienda, addirittura accusa le altre sigle sindacali di essere ‘vendute al padrone’. Sia il vocabolario che le conclusioni sono molto distanti dalla realtà. E’ vero il contrario, in questo anno di gestione vi è stato un tentativo da parte dell’azienda e del sindacato di costruire una corretta relazione sindacale.
In questo anno di gestione, ci sono stati decine di incontri sindacali tra azienda e sindacati, diverse proposte dell’azienda verso il sindacato, i sindacati hanno indetto un referendum tra i lavoratori, poi lo hanno annullato, negli ultimi dodici mesi i sindacati hanno tenuto ben sedici assemblee dei lavoratori, tutte indette durante l’orario di lavoro.
Malgrado le minacce di USB, pertanto, continueremo a mandare la visita fiscale a tutti gli assenti per malattia già dal primo giorno e sui recidivi anche più volte al giorno, a pretendere, come da contratto nazionale, che la raccolta avvenga con un operatore per automezzo, proseguiremo a far pagare i danni sui mezzi dell’azienda a chi li ha prodotti, a rilevare le presenze per richiamare chi attacca il turno in ritardo, a verificare i tracciati dei mezzi per controllare le pause troppo lunghe, a impartire sanzioni per comportamenti disciplinari scorretti, violenti o aggressivi nei confronti di colleghi e utenti.
Allo stesso modo, continueremo con la nostra linea di massima inclusione sociale: continueremo ad utilizzare un contratto nazionale di lavoro estremamente ricco e costoso, garantiremo i livelli occupazionali e cercheremo di estenderli, pagheremo gli stipendi con puntualità come fatto finora, acquisteremo grazie alla nuova capitalizzazione del Comune, una flotta mezzi di proprietà prodotta ad hoc per le esigenze di Formia, completeremo l’area del cantiere per aprirla alla città.
USB può proclamare lo sciopero se lo ritiene, è un suo diritto. Questo non cambierà di una virgola le politiche aziendali, che sono condivise non solo dal socio, ma da tutti i cittadini formiani, che non vogliono vedere la loro azienda rovinare come altre municipalizzate tra sprechi e clientele, con la complicità di qualche sindacato incapace di responsabilizzare i suoi iscritti rispetto ai propri doveri, interessato unicamente a fare tessere sulla pelle dell’azienda pubblica e dei soldi dei cittadini”.