TERRACINA – Di seguito una nota del candidato sindaco di Terracina, Gianluca Corradini, e del coordinatore provinciale del PRI, Valerio Golfieri, a proposito delle pesanti offese ricevute da Kalam Abul, candidato consigliere con il Partito Repubblicano Italiano.
“Dispiace sentire e leggere di attacchi all’indirizzo di Kalam Abul, candidato con il Partito Repubblicano Italiano. Attacchi che definirei inopportuni e squallidi verso un uomo originario del Bangladesh che è a Terracina da 20 anni.
Kalam rappresenta una comunità molto grande a Terracina che contribuisce con il proprio lavoro a portare avanti un settore fondamentale come l’agricoltura – continua Corradini -. Avere un esponente di questa comunità in una delle liste che compongono la nostra coalizione vuole dire aprire un dialogo tra imprese e lavoratori.
Nelle sette liste della nostra coalizione ci sono quasi 170 candidati che rappresentano ognuno uno spaccato della nostra società – conclude il candidato sindaco -. Questa è la democrazia: gli elettori sono liberi di scegliere chi meglio li rappresenta in base ai programmi e alle capacità dei singoli candidati.
Ho scelto di candidare Kalam perché è una persona che gode di grande stima: è a Terracina da più di 20 anni ed è un cittadino italiano a tutti gli effetti – spiega il coordinatore provinciale del PRI, Valerio Golfieri, -. I suoi figli sono nati qui e lui è ha un’attività commerciale con la quale dà lavoro a diverse persone, tutte in regola. E’ un imprenditore che paga le tasse come tutti noi e non ha mai avuto alcun tipo di problema con la giustizia.
La scelta di candidare Kalam è il voler procedere sulla strada dell’integrazione. Qualcuno lo scrive nei programmi, altri fanno finta che il problema non esiste. Noi, oltre alle parole, passiamo ai fatti: non si può parlare di integrazione se poi si fanno degli attacchi così bassi a una persona che ha scelto di mettersi in gioco e candidarsi.
Mi hanno riferito – conclude Golfieri – che venerdì scorso i procacciniani hanno tenuto un comizio in via Sani a Borgo Hermada (che loro affettuosamente chiamano Borgo India) promettendo di difendere e tutelare l’immigrazione. A quanto pare, quella comunità va bene per prendere voti, ma non quando pensa di eleggere un proprio rappresentante”.